Libertà è la parola d’ordine della manifestazione del centrodestra in Piazza del Popolo a Roma che, nonostante le limitazioni imposte per il Covid, segna l’avvio del percorso che porterà alle elezioni regionali a settembre e, come auspicato dai leader di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, di tornare a votare quanto prima per le politiche.
Ad aprire la manifestazione è il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani che chiede a gran voce elezioni anticipate sottolineando la necessità di una politica garantista alla luce delle novità giudiziarie emerse negli ultimi giorni sui processi a Silvio Berlusconi.
Tajani pone particolare enfasi sui temi di politica estera sottolineando la coerenza del centrodestra “siamo sempre dalla stessa parte” con dure parole di condanna verso il governo cinese e venezuelano e con un paragone tra i ragazzi di Budapest nel ‘56 e le proteste di Hong Kong.
Diverso il tono del discorso di Giorgia Meloni che si è basato sulla contrapposizione popolo contro élite adottando contenuti che fino a qualche mese fa ci si sarebbe aspettati più da Salvini, segno della volontà di intercettare parte dell’elettorato leghista.
Da un lato noi, il popolo, che scende in piazza, dall’altro la casta arroccata a Villa Pamphili che nel decreto rilancio non rinuncia a privilegi, sprechi e aiuti ad alcune categorie e non ad altre. La limitazione alla libertà nel discorso della Meloni si declina nel tentativo di censurare le opinioni e il dissenso, dal governo alla deriva iconoclasta: “non consentiremo che le mascherine diventino bavagli”. Per evitare l’ecatombe economica a cui stiamo andando incontro, occorre perciò “dare all’Italia un governo forte”.
Se Giorgia Meloni utilizza toni più all’attacco, il discorso di Salvini testimonia il tentativo del leader della Lega di adottare una linea più moderata, atlantica e liberale. Non a caso le sue prime parole sono dedicate all’Independence Day americano con un elogio della libertà in contrapposizione al “regime comunista cinese”. Libertà che si concretizza nell’attività delle imprese e in ambito economico e che porta a citare Margaret Thatcher. Un pantheon di riferimenti in realtà eterogeneo che spazia dalla citazione del detto di Ezra Pound al ringraziamento (inaspettato) a Papa Francesco, segno della volontà di ricucire lo strappo con il santo padre avvenuto negli ultimi anni.
Così come Giorgia Meloni, anche Matteo Salvini esprime la propria contrarietà alla legge sulla omotransfobia sottolineando come la natalità sia un tema centrale per il futuro e terminando il suo discorso con un monito: “torneranno a chiuderci in casa” e a limitare le nostre libertà.