Quattro dosi e non sentirle. Il ceo di Pfizer, Albert Bourla, ha il Covid. Nonostante il vaccino prodotto dalla casa farmaceutica che amministra? A sentire lui, è il contrario: semmai, “grazie” al vaccino. Nel tweet in cui annunciava la sua positività, infatti, l’ad si è detto “grato di aver ricevuto quattro dosi del vaccino Pfizer-Biontech”, grazie al quali avrebbe solo “sintomi lievi”. Sarà.
Bourla, in effetti, ha 60 anni e alla sua età il medicinale anti Covid è certamente utile a proteggere dalle conseguenze gravi del virus. Resta il paradosso di un vaccino che non impedisce i contagi e, anzi, li lascia galoppare alla grande, stando ai dati Iss: l’ultimo report, aggiornato al 10 agosto, mostra chiaramente che, nelle fasce d’età 40-59 anni e 60-79 anni, s’infettano di più i vaccinati dei non vaccinati. Che poi ci si ritrovi a esultare per essersi contagiati, alla faccia dei quattro shot, suona ormai un po’ grottesco.
Ma Bourla ha pensato anche di approfittare della situazione per una sana sponsorizzazione dell’altro preparato di Pfizer, l’antivirale Paxlovid. Essendo un soggetto in avanti con gli anni, al ceo della società è stata somministrata anche questa terapia. Ma se la fiala di Comirnaty è sufficiente a tenerti lontano dall’ospedale, a che pro si deve ingoiare pure un’altra pillola? Il messaggio che passa, a ben vedere, è un po’ diverso da quello trionfalistico di chi, comprensibilmente, porta acqua al proprio mulino commerciale: non bastano le quattro dosi della pozione miracolosa, che ti protegge ma ti fa infettare; serve anche un’altra medicina, che ti salva dalla malattia grave se sei un soggetto a rischio, eppure – come è accaduto a Joe Biden – può innescare una recidiva della positività al Sars-Cov-2.
Lo specifichiamo per i fanatici che vogliano accusarci di diffondere fake news: questo si chiama effetto rebound ed è un fenomeno ampiamente certificato dalla letteratura scientifica. “Sono incredibilmente grato per gli sforzi instancabili dei miei colleghi alla Pfizer”, ha cinguettato Bourla. Sì, essi avranno certamente fatto del loro meglio. Ma – è arrivato il momento di riconoscerlo? – il loro meglio forse non è bastato.