Politica

Il classismo sinistro: i miliardari fanno schifo solo se votano a destra

©Vik_Y e STILLFX tramite Canva.com

Il Cristianesimo non è il culto melassoso e opportunistico che usa oggi, è una religione impossibile da osservare alla lettera – chi ci si è provato, come san Francesco, è durato ventina d’anni per finire letteralmente divorato; una fede dura, al limite della spietatezza: “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli”. Se non è una demonizzazione della ricchezza! Sancita da Cristo in persona, per giunta. Ma il Cristianesimo è anche il sistema di fede che, per durare, più si è prestato ad adattamenti, ad interpretazioni: proprio san Francesco fonda una Regola inconcepibile, insostenibile, che deve per forza concedere qualcosa alla fisiologia, per dire le esigenze elementari del corpo; ed è sempre aperto il dibattito: l’umanità procede più per l’ideale supremo, esaltato, di un monaco coperto di stracci, o per il protoliberismo del padre, Pietro Bernardone, ricchissimo mercante di stoffe che origina benessere diffuso? Francesco quando si spoglia nudo in piazza, ad Assisi, non lo fa per la divina chiamata ma per un atto di ribellione contro il padre che lo ha segregato per un capriccio di giovane ricco, viziato; da lì arriva la conversione, irreversibile, distruggente. Che fa proseliti, ma i Francescani, esponenti della povertà più assoluta, trovano una legittimazione per la ricchezza: ammissibile se intesa, vissuta come amministrazione della benevolenza di Dio, che incarica certi di mitigare le abissali miserie del mondo.

Stiamo facendo della umilissima storia minima, non certo teologia, Dio ce ne guardi; ma è per dire che ogni assoluto deve in qualche modo piegarsi alle umane ragioni se non vuole affondare in se stesso.
Cristo d’altra parte se la pigliava, da uomo-dio incazzatissimo, con gli ipocriti, che oggi come al suo tempo sono quelli di sinistra: “Anche i ricchi piangono”, che nella vulgata rivoluzionaria diventa solo i ricchi piangano, perché li facciamo fuori tutti: dove il progetto è riuscito, si è sviluppata non giustizia sociale ma l’esatto contrario: una nuova classe di ricchi, di eminenti, di mandarini, di prominenti di Stato che hanno abusato della povertà più ancora di quelli di prima, debitamente eliminati.

Oggi il coro dei farisei è insopportabile: ma come può un Richard Gere, che ha appena venduto una delle sue ville per 20 milioni di dollari, solo per comprarne un’altra di pari valore in Spagna, per far contenta la moglie che si era stufata delle colline di Hollywood, ma come fa uno così, accorso in jet privato da Fabio Fazio, conduttore propagandista della sinistra milionaria, a venire a fare la morale contro i miliardari e i ministri che affogano i migranti? Con quale faccia, peraltro non così brillante di lucidità, più parlava e più ricordava Biden, il presidente prediletto? Miliardari assassini! Ma lui, le Taylor, le Gaga, i Leo e tutti gli altri del presepe dei nuovi faraoni dove si mettono, come si pongono? Gli basta predicare tra un jet e uno yacht?

Vecchia storia, ma mai abbastanza messa in luce. Ma non è grottesco al limite del ridicolo sentire certi professionisti della politica politicante, inutile, sterile, che funziona al più da macchina elettorale, le Schlein, ereditiera con 3 passaporti, i Fratojannez a 60mila euro al mese di diaria parlamentare, il Bonelli che non si sa bene a quale titolo conciona su ambiente, clima e lotta di classe, non è allucinante sentire questi qui maledire i ricchi o meglio gli altri ricchi? La forca per Trump, per Musk, per la nuova classe di tecnocrati e affaristi al governo del mondo: in America fa schifo, ma in Russia, in Cina, in Siria, dovunque ci sia una dittatura conclamata, come mai nessuno si scomoda, si scandalizza?

Come mai nessuno di questi parla se non per incensare il satrapo di turno? Il liberismo finanziario che ha inglobato, per non dire divorato, tutto, non piace neanche a chi scrive, però, signori, un minimo di onestà! Che cosa è questa sinistra italiana, trasversale e malconcia? Una entità di cialtroni e di ipocriti che va per gli organi decaduti della borghesia industriale milanese, sabauda o romana, rispettivamente Corriere, Stampa, Repubblica, passando per l’Avvenire dei vescovi in combutta con le ong che lucrano sui migranti, scomodando un Vangelo completamente pretestuoso. Trump, dicono, ha messo 14 miliardari nei posti di potere, non può governare. Invece col pauperismo cialtrone, ringhioso, che affida agli scafisti la tratta di quelli che poi arrivano a tagliar gole, sì? Con la riconversione green, che è la più immane delle truffe sulla pelle dei poveri dai tempi di Carlo Magno?

Il politologo Orsina, intervistato da “la Verità”, trova che il mondo si sia spostando a destra; più precisamente si potrebbe dire che il mondo stia in qualche modo rinsavendo dopo la colossale sbornia woke, micidiale per le economie occidentali: la Germania, rinunciando al gas russo e puntando sull’auto elettrica, si ritrova a un passo della fame, dal terzo mondo, quando è stata padrona dell’Europa burocratica per trent’anni; gli altri non sono messi tanto meglio, l’Italia chissà come riesce a districarsi grazie al suo indomio vitalismo anarcoide, ma le sacche di miseria, scavate da una UE a metà tra demenziale e criminale, si allargano anche qui.

Questo sarebbe il buon governo della sinistra che vuol far piangere i ricchi? Poi si può discutere se davvero un matrimonio da 600 milioni di dollari come quello di Bezos, presumendo le leggende, le esagerazioni, abbia senso, se abbia senso che un pugno di supermiliardari metta insieme il doppio del pil globale del pianeta, se davvero una simile sproporzione finisca per beneficiare a pioggia l’economia, e magari se sia o meno compatibile col messaggio e severo messaggio di Cristo. Ma la sostanza delle cose è non tanto che il mondo tira a destra, ma che il mondo ha capito che le bestialità del dirigismo liberista di sinistra, europeista, non le può reggere oltre, che è necessario tornare sui propri passi e, a prescindere dai posizionamenti ideologici, rimettersi a fare un “capitalismo delle cose” che servano a chi vive, che abbiano senso e prospettiva, che portino ad innovazioni reali, utili. Non una transizione manicomiale per la quale una ricerca dalla società Mc Kinsey, risalente al gennaio 2022, tracciava il seguente, allucinante scenario: “La spesa globale totale da parte di governi, imprese e individui per i sistemi energetici e di utilizzo del suolo dovrà aumentare di 3,5 trilioni di dollari ogni anno se vogliamo avere qualche possibilità (sic!) di arrivare allo zero netto [di emissioni tossiche] nel 2050. Si tratta di un aumento del 60% rispetto al livello di investimento odierno ed equivale alla metà dei profitti aziendali globali, a un quarto delle entrate fiscali mondiali e al 7% della spesa delle famiglie. Servirebbe inoltre almeno un altro trilione di dollari da assegnare ad altre attività da alte emissioni a attività a basse emissioni di carbonio. Gli impatti più evidenti sulla vita di tutti i giorni includeranno l’aumento delle bollette energetiche, la perdita di posti di lavoro, i cambiamenti in ciò che le persone mangiano e l’aumento delle uscite per porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili per riscaldare le case e viaggiare (…) Anche dopo avere apportato le necessarie modifiche, entro il 2050 i prezzi dell’elettricità saranno ancora superiori del 20% (…) ma potrebbero anche essere notevolmente più elevati (sic!). L’allontanamento dai combustibili fossili costerà 185 milioni di posti di lavoro, ma l’economia verde si spera porterà alla creazione di 200 milioni di posti di lavoro entro il 2050 (…). I consumatori dovranno affrontare il costo della sostituzione dei sistemi di riscaldamento domestici e delle auto alimentate a combustibili fossili e dovranno modificare la loro dieta per evitare cibi ad alte emissioni come la carne, tuttavia i costi di un veicolo elettrico saranno inferiori a quelli per un veicolo a benzina o diesel nella maggior parte del mondo (sic!) entro il 2025. La produzione di carbone sarà quasi interrotta entro il 2050 [anche in Cina e in India?, ndr], mentre la produzione di petrolio e gas sarà dimezzata. Ci sarà anche un aumento del 30% del costo di produzione dell’acciaio, mentre la produzione di cemento diventerà più costosa del 45% entro il 2050”.

Quanto a dire, né più né meno, la selezione naturale: i poveri moriranno tutti, i ricchi sopravviveranno in un mondo più progressista. O, per dirla con McKinsey, “una trasformazione fondamentale dell’economia globale”. Con la UE in prima linea s spingere per la completa spoliazione del pianeta, per cancellare almeno 185 milioni di lavoratori direttamente, il doppio o il triplo per riflesso. C’è, si potrebbe azzardare, un peccato ancora più grande della ricchezza sfacciata, sfondata, ed è la strage pianificata. Diciamo pure, come fa Lucio Caracciolo, che “senza i 350 milioni di Musk, Trump non sarebbe stato eletto”, però già che ci siamo ricordiamoci, o ricordiamogli, che Kamala Harris di dollari ne ha spesi oltre un miliardo: e non ce l’ha fatta, l’hanno mollata anche i paleomarxisti filobrigatisti di Black Lives Matters, amorosamente allevati fin dalla morte di George Floyd, ma che hanno finito per ribellarsi ai loro finanziatori, in un delirio estremistico incontrollabile.
Per dire: diciamo pure tutto il male possibile del capitalismo dei ricchi, della finanza cannibale, ma a patto di non fare le verginelle con la bocca degli altri, fingendo di non sapere che la denuncia delle sperequazioni, arrivi da un papa teologicamente nullo o da una sinistra politicamente circense, è tutto ciò che resta del comunismo che ha perso la sfida rivoluzionaria, della proletarizzazione del mondo. E che oggi è ridotto a dire nei salotti televisivi: anche i ricchi piangano, ma solo quelli della parte sbagliata.

Max Del Papa, 26 dicembre 2024

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