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Il club dei “milionari”: così Meloni stacca tutti i leader sui social

I social leader della politica italiana nel 2022 secondo Arcadiacom.it

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Vince la Meloni, anche sui social. Nel secondo semestre, come nella prima parte del 2022, ci sono state due grandi eventi che hanno condizionato i risultati qualitativi e quantitativi dell’ascolto della rete: la caduta del governo con la fine dell’esperienza di Mario Draghi a Palazzo Chigi e la vittoria elettorale del centro-destra in uno con l’approdo di Giorgia Meloni alla guida del Paese.

L’analisi puntuale arriva da Domenico Giordano e dalla sua Arcadiacom.it. Arcadia è un’agenzia di comunicazione politica specializzata nella gestione di campagne elettorali e nel monitoraggio e analisi della rete e dei social.Il Club dei Milionari è il report semestrale che classifica gli insight dei leader politici che hanno fandom con più di un milione di follower. Le altre pubblicazioni sono accessibili qui.

Ma torniamo ad analizzare la ricerca ed i suoi dati.

Detto dei due macro eventi politici del 2022, vediamo come a questi si aggiungano quattro diversi epifenomeni:

  1. La mutazione genetica del centro-destra in destra-centro con la crescita esorbitante di Fratelli d’Italia e, di conseguenza, l’inversione dei rapporti di forza tra le 4 componenti costitutive e quelle tra i leader;
  2. Una seconda mutazione genetica che ha investito invece il Movimento 5 Stelle che oggi è solo il partito di Giuseppe Conte e non più di Grillo;
  3. La crisi d’identità e di leadership del Partito Democratico, che mette a rischio il suo status di maggior forza politica di centro-sinistra;
  4. La consacrazione, per la prima volta nella storia repubblicana, di una leadership femminile.

La radiografia dello stato di salute digitale dei leader politici è un insieme di conferme, rispetto alle analisi precedenti, e di novità che meritano un supplemento di riflessione per capire se saranno semplici meteore.

Andiamo con ordine.

Matteo Salvini si conferma per la terza volta il politico italiano con il maggior numero di follower, totalizzando sulle quattro piattaforme social un fandom complessivo di 9,5 milioni, alle sue spalle c’è Giuseppe Conte che tocca quota 8 milioni di follower mentre sul terzo gradino del podio c’è Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia che arriva a 6,8 milioni con una crescita netta di poco meno di 2 milioni da luglio.

Se i numeri assoluti dei singoli fandom segnano per quasi tutti i leader una crescita dei follower, a guardarli con attenzione questi fanno emergere una situazione abbastanza eterogenea. Per Facebook, infatti, il saldo percentuale più significativo di crescita l’hanno fatto segnare Carlo Calenda e Giorgia Meloni, rispettivamente con un +15%. Dietro questa coppia si piazzano Enrico Letta con un +9,65% e Nicola Fratoianni che arriva a un incremento dei follower pari all’8,5%. Mentre, Giuseppe Conte è l’unico leader che in questa classifica presenta un saldo negativo: – 0,36%, che si ripete anche se saltiamo da Facebook…

…a Instagram. Qui l’ex premier cede invece l’1,47% e dove, al contrario, accanto al primato della “solita” Meloni (+48%) appaiano rilevanti le performance di Silvio Berlusconi +19, di Carlo Calenda e Enrico Letta, entrambi con una crescita netta del 28%.

Ma i numeri stellari relativamente agli incrementi dei follower nell’ultimo semestre sono tutti ad appannaggio di TikTok dove l’approdo in vista del voto del 25 settembre di Matteo Renzi, Carlo Calenda e, in particolare, Silvio Berlusconi e la vittoria di Giorgia Meloni ha generato un vero e proprio tsunami: La percentuale di crescita del Cavaliere è stata del 25 mila percento, mentre quella di Meloni “appena” del 737%.

Ma la piattaforma di contenuti lanciata in Europa appena cinque anni fa, dove il 67% degli iscritti ha una età media di 25 anni, è quella che ha portato ai singoli leader anche la quota più interessante di engagement e di post interaction. In buona sostanza, su TitTok, che ha scelto di non accettare le sponsorizzazioni a tema politico, la percentuale di engagement dei video postati dai leader è stata decisamente la più alta in assoluto.

Prendiamo, giusto per citare i casi più significativi di questa comparazione, Giuseppe Conte, Matteo Renzi e Giorgia Meloni: il primo riesce a raccogliere su Facebook, Instagram e Twitter le percentuali del 2,2%, dell’1,8% e dell’0,61%, mentre su TikTok si può lusingare con un gratificante 15%.

Allo stesso modo, il leader di Italia Viva, pronto alla federazione con Azione, si deve contentare giocoforza dello 0,94% su Facebook, del 2,0% e dello 0,13% su Instagram e Twitter, mentre tocca il 7% di engagement su TikTok.

Infine, anche l’attuale presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, riesce a far lievitare considerevolmente la percentuale di engagement con un salto in alto degno del campione olimpico della specialità Gianmarco Tamberi: così passa dal 5.5% di Facebook, all’8,7% di Instagram e all’1,2% di Twitter a uno stratosferico 24% proprio su TikTok.

L’ascolto dei racconti quotidiani messi in scena dai leader politici sugli account social ci restituisce una ampia frattura numerica che separa il primo semestre dal secondo. Infatti, nella comparazione tra i due periodi emerge in modo netto come i canali social siano riusciti a macinare una mole consistente di reaction proprio da luglio a dicembre.

Una differenza che può essere tranquillamente incasellata nella polarizzazione elettorale del trimestre luglio – settembre e, seppur in minima parte, nella crescita nel medesimo periodo degli investimenti per la sponsorizzazione dei contenuti social.

Se nella prima parte dell’anno, Giorgia Meloni ha incassato sulle quattro piattaforme popolate un totale di oltre 27 milioni di reaction, da luglio a dicembre ne somma altri 48 milioni che le consentono di superare senza sforzi la soglia dei 76 milioni, con una crescita percentuale tra i due periodi del 56%.

Matteo Salvini, passa da poco meno di 25 milioni di reaction a 40 milioni, e Giuseppe Conte, che invece colleziona nella prima parte dell’anno “solo” 11 milioni di reaction e ben 28 milioni nella seconda parte.

Prima di passare alla scansione del mood online, cioè alla percentuale di documenti che contengono un’opinione positiva, negativa o mista di tutto il parlato generato dagli utenti che nel semestre hanno interagito con le keyword di ricerca composte dai nomi dei nostri leader con un fandom milionari, è opportuno recuperare dall’ascolto complessivo della Rete, e non solo dalle principali piattaforme social, grazie alla suite Liveinsights di Blogmeter, il dato delle menzioni complessive e dell’engagement.

Così, se nella prima parte dell’anno a guidare questa classifica, che ha una carica predittiva ancora erroneamente sottovalutata, c’era Giuseppe Conte e alle sue spalle, seppur di poche decine di migliaia di citazioni, c’erano Giorgia Meloni e Matteo Salvini separate da un’incollatura, nel secondo semestre i rapporti di forza tra i leader si ribaltano e, cosa più importante, di allineano coerentemente alla fotografia delle urne. Giorgia Meloni sovrasta tutti gli altri leader e le sue menzioni nel secondo semestre si quintuplicano, passando da 89 a 429 mila. In seconda posizione si piazza l’ex premier Giuseppe Conte che riesce a raddoppiare il dato di inizio anno raggiungendo quota 267 mila menzioni. Mentre, a chiudere il podio del podio, come nella prima parte dell’anno, troviamo il leader della Lega, Matteo Salvini che a differenza dei suoi colleghi non riesce a far decollare le menzioni: il salto è davvero contenuto con un incremento di sole 14 mila menzioni: da 81 a 115 mila menzioni.

Infine, per quanto concerne il sentiment digitale, che mette assieme le percentuali di documenti che contengono un’opinione positiva, negativa e mista con la regola che ogni messaggio ha un’unica indicazione e polarizzazione e segue quindi la regola “un messaggio, un mood”, le differenze tra la rilevazione precedente e questa, è del tutto coerente con la linea interpretativa fin qui dipanata: Giuseppe Conte e Giorgia Meloni sono gli unici due leader con una quota positiva superiore al 40%, Matteo Salvini guadagna la fetta più consistente di sentiment positivo, 8 punti percentuali, ma nonostante ciò scende sotto la soglia precedente. A cedere quote di mood, invece, sono Enrico Letta, con un calo del 5%, e Carlo Calenda, cheinvece perde tra i due periodi di analisi, 4 punti percentuali, e Silvio Berlusconi che scende dal 36 al 35%.

Di Silvio Berlusconi è invece il post vincente, quello che ha totalizzato i numeri maggiori come vediamo dalla grafica associata.

Leopoldo Gasbarro, 18 dicembre 2022