Il compagno Marinelli piagnucola per Mussolini: ma chi l’ha obbligato?

Il solito condensato di chiacchiere e ipocrisia tipico degli attori di sinistra

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Marinelli Mussolini

Ridicolo. È questo l’aggettivo che meglio si sposa con il personaggio di Luca Marinelli. E sia chiaro: non con il personaggio interpretato da Marinelli nella serie-evento ‘M. Il figlio del secolo’, ispirata all’omonimo romanzo storico scritto da Antonio Scurati che narra l’ascesa al potere di Benito Mussolini. Ad essere ridicolo è proprio lui, il protagonista della miniserie televisiva che debutterà nelle prossime ore su Sky Atlantic, Luca Marinelli, l’attore che ha suo malgrado avuto l’onere di vestire i panni del capo del fascismo.

Un dolore immane quello patito da Marinelli, costretto contro il suo stesso volere a doversi calare nella parte del Duce. Una sofferenza inumana, seconda solo al calvario di Nostro Signore Gesù Cristo. “Non mi volevo avvicinare a Mussolini, ma purtroppo ho dovuto farlo”, ha recentemente dichiarato l’attore, che ha peraltro sottolineato come quella di interpretare Mussolini sia stata una decisione sofferta e a lungo osteggiata dalla nonna, “una matriarca di una famiglia partigiana” fermamente contraria all’ipotesi che l’amato nipote potesse indossare camicia nera, fez e stivaloni e ridare vita al Duce. Ma tant’è. Alla fine, nonostante il parere contrario della nonna, Marinelli ha comunque accettato di farsi carico di cotanto dolore e di impersonare Benito Mussolini. Chissà perché? Cosa mai avrà spinto l’attore a regalare un tale dispiacere alla povera nonna? Chi o cosa ha costretto Luca Marinelli, antifascista per vocazione, a prestare il suo volto al figlio del secolo? Questo ovviamente il nostro eroe non lo chiarisce, limitandosi a evidenziare esclusivamente il dramma esistenziale vissuto, senza tuttavia esplicitare le ragioni che lo hanno indotto ad assumere una decisione tanto malsana.

Ora, premesso che, se davvero il disagio generato nella sua persona alla sola idea di dover interpretare Mussolini era tale e tanto, Marinelli avrebbe tranquillamente potuto ascoltare l’anziana nonna e declinare gentilmente l’offerta di lavoro ricevuta. Qualche fascista dell’ultim’ora ha forse messo una pistola alla tempia dell’attore obbligandolo con la forza a vestire I panni del Duce? Non ci risulta. Se Luca Marinelli ha accettato è perché lo ha voluto lui, tutto il resto sono chiacchiere e ipocrisia. Dopodiché, ancor più imbarazzante della sceneggiata carica di un fastidiosissimo vittimismo da salotto che sgorga a fiumi rileggendo le dichiarazioni di Marinelli, è il fatto che l’attore si senta in dovere di scusarsi pubblicamente per essersi macchiato dell’inespiabile colpa di aver interpretato il Duce. Da bravo soldatino quale evidentemente è, Luca Marinelli non perde infatti occasione per giustificare la propria scelta lavorativa e per sottolineare che sì, ha interpretato Mussolini, però sia chiaro, un Mussolini dichiaratamente antifascista.

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In pratica, l’attore avverte la continua necessità di prendere le distanze dal personaggio interpretato per timore di poter essere facilmente etichettato dall’opinione pubblica come fascista. Un’evidente assurdità. Un po’ come se il Marlon Brando del Padrino avesse chiarito al grande pubblico di non essere realmente un boss mafioso, o l’Al Pacino che ha interpretato Tony Montana in Scarface di non essere un trafficante di droga. Ma d’altronde, si sa, Luca Marinelli non è né Marlon Brando né tantomeno Al Pacino, e con ogni probabilità non ha neppure ben compreso cosa significhi fare l’attore. E anche questo appare alquanto evidente.

Salvatore Di Bartolo, 10 gennaio 2024

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