Lo ha fatto per trent’anni da vivo. Lo fa ancora adesso da morto. Non è cambiato nulla. Anche da un’altra prospettiva, Silvio Berlusconi continua allo stesso modo a far ammattire quelli che lui stesso era solito definire amabilmente ‘comunisti’. Quei sinistri compagni ancora oggi ossessionati dell’ingombrante aura del compianto Cavaliere. Talmente tanto, da fare della lotta al ricordo di Berlusconi una vera e propria ragione di vita.
È questo il caso del sindaco di Milano Beppe Sala. Mentre la sua città annaspa nei problemi, sempre i medesimi, perennemente irrisolti, a cominciare dalla sicurezza ovviamente, lui, sprezzante, si permette il lusso di relegare tutto in secondo piano pur di fare la guerra all’anima del Cavaliere. A quello stesso Cavaliere che qualche anno or sono seppe imprimere una svolta determinante nella carriera amministrativa dell’attuale primo cittadino del capoluogo lombardo.
Nell’ormai lontano 2009, Beppe Sala fu scelto dall’allora sindaco di centrodestra Letizia Moratti per ricoprire il ruolo di direttore generale del Comune di Milano. La sua nomina pare sia stata sponsorizzata da Bruno Ermolli, all’epoca dei fatti consulente di Silvio Berlusconi, come riporta Repubblica in un articolo datato 17 gennaio 2009 in cui viene dettagliatamente dipinto il profilo del nuovo dg, un tempo “personaggio schivo e riservato”. Si legge testualmente nelle colonne di Repubblica: “Nel corso degli anni Sala si è guadagnato anche la stima di Bruno Ermolli, il consulente factotum di Silvio Berlusconi, e pare sia stato lui a segnalarlo all’attuale sindaco per la non facile poltrona di direttore generale”.
In pratica, Beppe Sala ha avuto quel posto da direttore generale grazie all’intercessione di Silvio Berlusconi presso Letizia Moratti. Almeno così scriveva Repubblica all’indomani della nomina.
Nel giugno 2010, a un anno e mezzo dalla sua investitura a dg del Comune di Milano, Letizia Moratti lo designò amministratore delegato della società Expo 2015 Spa, l’azienda italiana di proprietà pubblica incaricata della realizzazione, dell’organizzazione e della gestione dell’Esposizione Universale di Milano del 2015, su suggerimento del solito Ermolli. Ad investirlo della carica di commissario unico delegato del governo per l’Expo fu invece Enrico Letta. Il 6 maggio 2013, appena una settimana dopo essersi insediato quale Presidente del Consiglio dei ministri di un esecutivo di larghe intese sostenuto da Pd e Pdl, il nipote di Gianni Letta fece di Beppe Sala, nome allora molto gradito al Cavaliere, il plenipotenziario di Expo.
In un’intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale il 23 dicembre 2015, lo stesso Berlusconi, incalzato sul tema delle candidature alle elezioni amministrative nel capoluogo lombardo in programma nel giugno 2016, ebbe a dire di Sala: “Per quanto uno possa fingere, la verità prima o poi viene a galla. La verità è che Giuseppe Sala è un uomo del centrodestra, lo è sempre stato. Altro che Pd. Ce lo presentò Bruno Ermolli e ha collaborato attivamente con la giunta Moratti.”
Tutto abbastanza chiaro, no? La testimonianza resa dal Cavaliere nel 2015 ai giornalisti di Qn sembra coincidere alla perfezione con la ricostruzione proposta da Repubblica qualche anno prima.
Insomma, tirando le somme, dal 2009 al 2015, il compagno smemorato Beppe Sala fu uomo del centrodestra. E fu proprio grazie al centrodestra, e in particolare al suo leader e padre fondatore Silvio Berlusconi, che l’attuale sindaco di Milano si avviò verso una folgorante carriera. Anche se oggi finge di essersene dimenticato.
Salvatore Di Bartolo, 1° ottobre 2024
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