Rivolgendosi a Mario Draghi, intervenuto alle Camere sulle misure che l’Italia prenderà per sostenere l’Ucraina, Emma Bonino ha espresso un concetto che conferma ciò che abbiamo tristemente osservato durante l’infinita emergenza sanitaria, ovvero una spiccata tendenza verso una sorta di pensiero unico su alcune questioni ritenute di primaria importanza.
Queste le, a mio avviso, inquietanti parole della più carismatica esponente di +Europa, nonché storica compagna di partito di Marco Pannella: “Noi abbiamo insieme con lei, spero io, la responsabilità di preparare la nostra opinione pubblica in modo che rimanga coesa a fianco delle iniziative che state prendendo.” Quindi la Bonino non si limita a chiedere a Draghi quello che ogni autentico liberale si aspetta da un governo in ogni sistema democratico, cioè la trasparenza e l’assunzione di responsabilità.
Qui andiamo veramente fuori con l’accuso, come si suol dire. Così come è per l’appunto avvenuto con l’arrivo del Sars-Cov-2, si esorta il potere esecutivo ad esercitare una decisa azione di persuasione in modo tale da ottenere una convinta e unanime adesione del popolo nei confronti di qualunque misura intenda prendere il medesimo potere esecutivo. Tutto questo è tipico delle situazioni di estrema gravità, come una immane calamità naturale o una guerra che interessi i propri confini. Il problema, però, è che nulla di ciò ci riguarda direttamente, sebbene l’aggressione russa all’Ucraina abbia spinto, senza alcuna ragione plausibile, il nostro governo a prolungare lo stato d’emergenza fino al 31 dicembre. Anche perché non è detto che si possa rapidamente uscire la crisi in atto con un accordo di pace, vista l’enorme pressione che la comunità internazionale sta esercitando sulla Russia di Putin.
Ma resta il fatto sempre più preoccupante di un sistema politico, il nostro, che pare aver trovato un surreale equilibrio nelle sciagure, reali o presunte tali. Un equilibrio in cui si tende ad imporre un unico pensiero ed un’unica, possibile linea e strategia di governo. Due chiarissimi elementi che, come scrisse a suo tempo Primo Levi, rappresentano il chiaro indizio di un regime totalitario. Se non altro ne segnalano i prodromi.
Claudio Romiti, 3 marzo 2022