Per amministrare la disciplina di un ordine dello Stato non è essenziale la partecipazione degli interessati. La giustizia garantisce meglio l’imparzialità se uno schermo istituzionale, oltre che dalle interferenze dei politici, la protegge dai conflitti di potere delle toghe che la dichiarano. Il criterio di composizione della Corte Costituzionale (un terzo dei giudici nominato dal Capo dello stato, un terzo votato dal Parlamento, un terzo attribuito ai vertici della magistratura) garantisce, da oltre sessant’anni, ottimi risultati: perché non estenderlo anche al Csm (magari dimezzato negli effettivi visto che non sarebbero più da assicurare gli equilibri tra togati e politici)?