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“Il David è pornografico”. Non rispondiamo al woke con le idiozie

Il caso in Florida è un campanello d’allarme: per contrapporsi alla cultura woke non bisogna cadere nel ridicolo

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Cos’è la vita? Un incessante rincorrersi di azioni e reazioni, eventi avversi e inversi, eterni ritorni a volte, risacche, resipiscenze, distruzioni più o meno creatrici, corsi e ricorsi, insomma: una stronzèta generale cui segue una stronzèta speculare. Il woke per esempio. Sottocultura vaneggiante, millanta volte l’abbiamo detto, improntata a censura ossessiva, psicotica, paranoica: e che poteva sortire se non il doppio contrario, la fobia allo specchio, il doppelganger?

Succede nella Florida di Ron Desantis, ch’el venga un càncher, come direbbero Peppone e don Camillo, dove le assurde centinaia di licenziamenti per gli insegnanti che rifiutano di chiamare col pronome plurale “neutro” chi è lì per studiare, o per farli andare a pisciare nel bagno che “percepiscono”, si ritrovano controbilanciati da un caso altrettanto allucinante, che minaccia di porsi a primo di una lunga serie: l’insegnante, o dirigente, o entrambe, Hope Carasquilla della classical school di Thallassee fatta fuori dopo furibonde proteste di alcuni genitori.

Che ha fatto questa? Ha violentato l’intimo sentire della classe discente genderfluid? Niente di tutto questo, ha tenuto una lezione d’arte classica sul David di Michelangelo. Siccome questo, come il mondo sa, ha il pipino de fori, è partita la brocca: pornomane, oscena, perversa, depravata. Eccaallà: la Florida vacanziera e hollywoodiana ripiombata in una capriola alla provincia profonda e macabra da CSI o Twin Peaks. Back to American Gothic con tutto il campionario di retroscena inquietanti, il sussunto morboso che cela una violenza pronta a esplodere.

È deflagrata, infatti; col petardo dell’insania mentale: come lo spieghi, come cazzo lo spieghi il rinascimento michelangiolesco a questi che oltre i selfie delle OnlyFans non vanno? Che siamo, davvero ancora al Braghettone che mette le mutande alla Cappella Sistina? Difatti tra i bersagli dei lugubri new puritans c’è pure quella, forse per il nome, mentre la Venere botticelliana, con il suo gigantesco portato artistico, politico, quinci vorrebbe Sgarbi, viene sbrigativamente derubricata a “pornografia”.

Per approfondire

È l’America fanatica e ignorante che rialza la testa, certo eccitata dalla miseria culturale woke ma questa non può essere una giustificazione, casomai una delusione: ad ogni esagerazione sempre segue una esagerazione uguale e contraria. Francamente fa rabbrividire l’intolleranza cieca, delirante di questi genitori che vietano il sublime ai loro figli, gli negano una evoluzione spirituale, riescono a rovinare una insegnante che segue la sua missione, tenere vivo il senso dei capolavori immortali irrorandolo sulle nuove generazioni a lei affidate. Qui non ha senso stabilire chi sia il pessimo, da quale parte, chi abbia cominciato prima, qui non è il caso di paraculeggiar contestualizzando, qui resta solo da dare l’allarme, ammesso serva a qualcosa; si aspetta al varco pure il governatore Ron, che può essere conservatore fin che gli pare ma se non interviene cum grano salis si dimostra non migliore dei democratici autoritari, pro domo, contro i quali si erge.

Non è un caso minimo e non è il piccolo trionfo della stupidità: è il germe di una tragedia globale dalle conseguenze imprevedibili ma votate a sicuro disastro: questi reietti capolavori, immaginati, vissuti, sofferti da genialità col solo torto di averceli affidati per l’eternità, non vanno più bene a nessuno: ai sommi sacerdoti woke in quanto figli della cultura maschia bianca occidentale coloniale, ai truci scherani della moderna caccia alle streghe che li considerano offensivi e conturbanti. Siccome l’arte, anche la più innocente, è conturbante per natura, siccome, e non c’è bisogno di leggere Schopenhauer, ogni opera scatena una disperata volontà di esistenza dirompente in sé, si dovrebbe finire col vietare tutto: perfino un Crocifisso seminudo è osceno a questa stregua, per non parlare degli infiniti filoni espressivi nei secoli dei secoli: tutti, senza eccezioni, anche i più rarefatti nella purezza.

Ma dove si celano le statue, si vela l’incanto e si spegne il rock and roll, ci stanno le dittature. Dove tutto è vergogna niente sopravvive se non un occhio malato e meccanico. E dove c’è chi decide se e come puoi vivere, ci sono i ceffi che partono da un affresco e arrivano a un vaccino. Che non fosse Italia patria del pensiero liberale non è una sorpresa, che di questo pensiero sia diventata acerrima nemica la sua culla, l’America delle possibilità e delle scoperte, è una conferma e dolorosa conferma.

Max Del Papa, 24 marzo 2023

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