“How dare you?”. Sono passati più di quattro anni dal celebre discorso di Greta Thunberg all’Onu, un j’accuse emozionante che ha scosso i cuori di molti potenti. L’attivista svedese è diventata un punto di riferimento del mondo ambientalista, diventando personaggio mediatico a tutto tondo, tanto da diventare dipendente dalle telecamere. Di tutto pur di far parlare di sé. Un vero e proprio fenomeno, che però ora sembra destinato al tramonto. Dopo aver riacquisito un po’ di visibilità con la minaccia del ritiro, la ventenne ha perso molti consensi nelle ultime settimane. Fatale, infatti, la sua posizione anti-Israele nella guerra in Medio Oriente.
Come molti fenomeni mediatici, Greta ha scelto di parlare di argomenti poco conosciuti. Dal cambiamento climatico è passata alla crisi mediorientale, schierandosi senza se e senza ma con la Palestina. Nulla di male, sia chiaro, ma nessuna denuncia degli orrori perpetrati da Hamas nei confronti di Israele. Anzi, attacchi frontali allo Stato ebraico. In prima battuta, la pubblicazione di una foto dove reggeva cartelli pro Palestina. Poi le manifestazioni in giro per il mondo con tanto di bandiere palestinesi. Lo zenit della sua battaglia per Gaza è stato raggiunto domenica ad Amsterdam: durante il suo intervento, anziché soffermarsi sulle solite menate sul clima, ha iniziato la filippica sul Medio Oriente. Poi la castroneria più incredibile con la kefiah indosso: “Non può esserci giustizia climatica senza solidarietà internazionale. Patetica.
Le stupidaggini gretine hanno stufato molti ormai ex sostenitori, tanto da spingere un attivista a salire sul palco e dare vita alla contestazione: Greta non avrebbe dovuto trasformare una manifestazione ambientalista in un evento politico. Ma si sa, i desiderosi di fama sono disposti a tutto pur di conquistare un titolo di giornale o la top ten degli hashtag di X. Ma il troppo stroppia e ora il declino irreversibile appare dietro l’angolo, tant’è che persino la fazione tedesca di Fridays for future ha deciso di procedere per la scissione.
“Greta Thunberg sta ferendo molte persone con la sua posizione in questo momento. Il fattore decisivo per noi è che lei non rappresenta Fridays for future Germania, noi rappresentiamo noi stessi”, le parole in una nota. . Nel post viene anche sottolineato che “come movimento, ci opponiamo chiaramente a tutte le forme di antisemitismo. Non scendiamo a compromessi su questo punto. Ci battiamo per la protezione della vita ebraica – qui e ovunque”. Ciao ciao Greta. Ma non è tutto. Anche i Verdi tedeschi hanno stigmatizzato senza mezzi termini la paladina della sinistra: “Devo dire che trovo queste dichiarazioni non solo assolutamente opprimenti, ma anche assolutamente indecenti. Greta ha screditato se stessa come volto del movimento per il clima e sta abusando della preoccupazione assolutamente necessaria e giusta della protezione del clima per una posizione unilaterale sul conflitto israelo-palestinese”, l’analisi di Ricarda Lang. Colpita e affondata.