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Il decreto dell’aria fritta. Tanto soldi non ce ne sono…

L’estenuante dibattito politico sul decreto Rilancio è fuffa. La lunga interminabile polemica della maggioranza sui 250 articoli previsti, iniziato in aprile e mentre scrivo non ancora ultimato, è fumo negli occhi. Movimento 5 stelle e Partito democratico devono accordarsi su come muovere i soldi da una marchetta all’altra, indecisi a cosa rinunciare e chi scontentare, tenendo conto del danno elettorale che si infliggono e cercando di minimizzarlo. Si tratta solo di spostare soldi da una parte all’altra, altro che finanziamenti a fondo perduto e potenza di fuoco.

La realtà è semplice: lo Stato italiano non ha un euro, si è indebitato selvaggiamente e ora ne paga le conseguenze. Non è solo colpa dei politici. Lo Stato assistenzialista e divoratore di risorse lo hanno voluto gli italiani, votando costantemente per chi ha scelto, a destra come a sinistra, questa strada illiberale in nome di un cazzo, non venitemi a parlare di giustizia sociale o limitare le disuguaglianze, è tutta retorica, si tratta solo di cercare di mangiare l’uno alle spalle dell’altro. A questo punto, perfino le banche pensano che lo Stato sarà insolvente, quindi non sganciano: voi fareste diversamente? Non credo.

In sintesi: tutto quello che avremo è al massimo una partita di giro, soldi veri non ce ne sono. Inutile sperare in altro. Forse potremmo elemosinare un piatto di lenticchie in Europa, col probabile risultato di infilarci il cappio al collo, visto che non esistono pasti gratis. Colpa nostra anche questa.

I nostri politici di sinistrahahahahah (ma anche quelli di destrahahahahah) sanno solo una cosa: che le famiglie hanno ancora tanti bei risparmi… ed ecco il finale scritto fin dall’inizio di questo lockdown: prenderanno da lì i soldi per tirare a campare. A voi (noi) chiederanno di lavorare di più e guadagnare di meno, non accetto scommesse su questo punto perché vincerei troppo facilmente.

Alessandro Gnocchi, 13 maggio 2020

 

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