Il delirio della sinistra: Povia minaccia la democrazia

Il cantante escluso dalla festa di Nichelino. La sua colpa? Dubbi sui vaccini Covid e posizioni anti abortiste. È vietato pensarla diversamente?

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Povia cantante

Tutta la mia solidarietà all’amico Giuseppe Povia per l’ennesimo concerto annullato all’artista. Ho avuto il piacere e l’onore di conoscere il cantante personalmente per varie collaborazioni di carattere artistico e culturale da condividere insieme, tra queste anche da citare la sua prefazione al mio libro intitolato “Logos”. Parlando in diverse occasioni con Povia ho notato in lui sempre il desiderio di vivere in una società democratica, fondata sul rispetto reciproco e la libertà di pensiero. Mi pare surreale pensare che Povia possa essere un pericolo per la democrazia. S

ulla cancellazione dell’evento il sindaco di Nichelino Giampiero Tolardo ha dichiarato alla Stampa: “Povia doveva essere parte della giuria e suonare tre canzoni. Non è un problema di appartenenza politica ma di posizioni che ha rispetto ai diritti civili. Più volte ha manifestato posizioni no vax, omofobe e contro l’aborto quanto di più lontano dai valori della democrazia che la nostra comunità incarna. Ho chiesto di rescindere immediatamente il contratto”. C’è da chiarire che Povia, almeno con il sottoscritto, ha sempre sostenuto la libertà di scelta vaccinale e la possibilità di poter usufruire di cure mediche alternative. Poi, non sentendoci con frequenza giornaliera non conosco eventuali cambi di posizione al riguardo. In ogni caso resta la questione dell’etichetta “no vax”, questa certamente discriminatoria ed offensiva. Sono tante le persone ad essersi anche pentite di aver scelto la strada della vaccinazione come strumento medico di prevenzione dal Covid-19. Anche queste dovrebbero essere etichettate in senso dispregiativo come no vax?

Sulla questione dell’aborto, considerando anche l’attuale presenza di associazioni anti-abortiste nei consultori, legge voluta dal Governo Meloni, oggi è inevitabile una discussione sul tema che mette in contrapposizione due visioni del mondo. Questo non è un pericolo per la democrazia, al contrario, credo sia un valore aggiunto perché anima il confronto ed il dibattito politico. La Chiesa cattolica resta contraria ad esempio all’aborto, ma questa non rende la Chiesa un pericolo per la democrazia. Ad esempio, la Congregazione per la dottrina della fede scrive così sul tema dell’aborto: “Fin dal primo secolo la Chiesa ha dichiarato la malizia morale di ogni aborto provocato. Questo insegnamento non è mutato. Rimane invariabile. L’aborto diretto, cioè voluto come un fine o come un mezzo, è gravemente contrario alla legge morale: “Non uccidere il bimbo con l’aborto, e non sopprimerlo dopo la nascita” (Didaché, 2, 2). “Dio, padrone della vita, ha affidato agli uomini l’altissima missione di proteggere la vita, missione che deve essere adempiuta in modo degno dell’uomo. Perciò la vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura; e l’aborto come pure l’infanticidio sono abominevoli delitti” (Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 51).

“La cooperazione formale a un aborto costituisce una colpa grave. La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana. “Chi procura l’aborto, se ne consegue l’effetto, incorre nella scomunica latae sententiae” (Cic, can. 1398), “per il fatto stesso d’aver commesso il delitto” (Cic, can. 1314) e alle condizioni previste dal diritto (cfr. Cic, cann. 1323-1324). La Chiesa non intende in tal modo restringere il campo della misericordia. Essa mette in evidenza la gravità del crimine commesso, il danno irreparabile causato all’innocente ucciso, ai suoi genitori e a tutta la società. “Il diritto inalienabile alla vita di ogni individuo umano innocente rappresenta un elemento costitutivo della società civile e della sua legislazione: “I diritti inalienabili della persona dovranno essere riconosciuti e rispettati da parte della società civile e dell’autorità politica; tali diritti dell’uomo non dipendono né dai singoli individui, né dai genitori e neppure rappresentano una concessione della società e dello Stato: appartengono alla natura umana e sono inerenti alla persona in forza dell’atto creativo da cui ha preso origine. Tra questi diritti fondamentali bisogna, a questo proposito, ricordare: il diritto alla vita e all’integrità fisica di ogni essere umano dal concepimento alla morte… Nel momento in cui una legge positiva priva una categoria di esseri umani della protezione che la legislazione civile deve loro accordare, lo Stato viene a negare l’uguaglianza di tutti davanti alla legge. Quando lo Stato non pone la sua forza al servizio dei diritti di ciascun cittadino, e in particolare di chi è più debole, vengono minati i fondamenti stessi di uno Stato di diritto… Come conseguenza del rispetto e della protezione che vanno accordati al nascituro, a partire dal momento del suo concepimento, la legge dovrà prevedere appropriate sanzioni penali per ogni deliberata violazione dei suoi diritti” (Congregazione per la Dottrina della Fede, Istruzione Donum vitae, III)”.

Sulle accuse di omofobia, Povia in varie dichiarazioni pubbliche ha sempre sostenuto di essere a favore della libertà. Sottolineò proprio di recente questa sua idea in occasione della sua esclusione dal “Festival di Sanremo”. Non si potrà evitare in futuro uno scontro sul piano politico sul tema delle adozioni da parte di coppie dello stesso sesso. Già in passato Giorgia Meloni dichiarò la sua contrarietà alle adozioni per coppie gay, rivendicando la libertà di parola, ma prendendo le distanze da posizioni omofobe. Meloni sottolineò l’importanza di garantire il diritto ad avere un padre ed una madre. All’epoca Letta offrì una versione contraria a quella dell’attuale Presidente del Consiglio. Dunque ogni sana democrazia necessita di un confronto tra correnti di pensiero plurali e non giova di posizioni ideologiche singole ed unilaterali. La democrazia resta tale quando il dialogo viene garantito.

Sull’ultimo concerto annullato Povia si difende con queste parole: “A chi mi dice se sono di destra, io rispondo che tra destra e sinistra preferisco il centro storico”. Poi attacca: “Nel mondo c’è la guerra, c’è uno scontento generale, ci sono dei posti in cui i bambini perdono la vita, però qua tanti si riempiono di slogan: libertà, democrazia, soprattutto quelli che si vantano di essere democratici, di essere inclusivi, poi però tendi a escludere chi ha un pensiero diverso dal tuo”. Aggiungo alle parole di Povia: costringere i cittadini a doversi dichiarare necessariamente e senza nessuna critica favorevoli a vaccini e posizioni abortiste non rende una società più democratica, ma omologata. Dunque è auspicabile sempre un dibattito politico, anche quando divisivo su diversi temi della vita politica, ma sempre secondo le norme morali del rispetto reciproco e buona educazione.

Carlo Toto, 27 agosto 2024

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