Il delirio di Parigi: “La Scalinata di Trinità dei Monti è della Francia”

Ora Macron mette gli occhi sull’iconico monumento di Roma e rilancia: critiche alla gestione “approssimativa” delle cinque chiese francesi della Capitale

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Francia trinità dei monti

Tra i monumenti più amati di Roma, spesso protagonista di grandi capolavori cinematografici, la Scalinata di Trinità dei Monti è un’icona dell’Italia. Ma c’è chi la pensa diversamente. Parliamo della Francia: un rapporto della Corte dei Conti di Parigi critica la gestione “approssimativa” delle cinque chiese francesi di Roma, fra cui Trinità dei Monti e con essa ne avoca la proprietà della Scalinata. Robe da pazzi.

Il documento transalpino afferma che Trinità dei Monti è stata costruita con fondi francesi all’inizio del XVIII secolo e in seguito mantenuta per decenni dai Pii Stabilimenti Della Francia, custodi dei beni d’Oltralpe, ma anche, in diverse occasioni, negli ultimi anni, dal Comune di Roma, anche attraverso sponsorizzazioni. L’opera venne commissionata dal cardinale Pierre Guérin de Tencin e finanziata dal mecenate Étienne Gueffier, poi costruita dall’architetto Francesco De Sanctis sotto Papa Benedetto XIII Orsini. La targa a metà della scalinata parla del ruolo del cardinale Melchiorre de Polignac (sotto Luigi XV) nella realizzazione dell’opera. Ebbene, secondo i giudici transalpini Trinità dei Monti e gli altri beni non sarebbero adeguatamente messi a frutto.

“La conferma dello status giuridico” della scalinata di Trinità dei Monti “è necessaria per chiarire le responsabilità in termini di manutenzione e restauro”, quanto si legge nel rapporto della Corte dei Conti francese sull’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede. Il monumento, però, dalla fine dell’Ottocento è stato gestito, restaurato e curato da Roma e dal nostro Paese, con buona pace delle rivendicazioni di Emmanuel Macron e compagnia cantante.

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“Ma cosa sarebbe la Francia senza l’Italia. Non possono fare a meno del nostro lusso, delle nostre opere, della nostra bellezza. Ma ora esagerano. Vogliono prendersi pure la scalinata di Trinità dei Monti”, la provocazione della ministra del Turismo Daniela Santanchè. Ovviamente la pretesa di Parigi fa ridere, soprattutto se si considera quanto avvenuto in passato. Tagliente Fabio Rampelli: “Bene – l’esordio del vicepresidente FdI della Camera – manderemo esperti al Louvre per fare la ricognizione aggiornata dei beni sottratti all’Italia nel corso della storia, soprattutto quella del XIX Secolo o regalati da geni forse costretti a privarsi di rinomate opere d’arte che hanno reso il Louvre il museo più visitato al mondo. Le comiche”. Effettivamente La Gioconda non è l’unica opera rivendicabile: basti pensare La predicazione a Gerusalemme del Carpaccio, La Vergine Casio di Botraffio, San Bernardino e San Luigi del Moretto da Brescia. Possiamo andare oltre: si tratta della solita operazione macroniana per distogliere l’attenzione dai disastri della gestione politica degli ultimi mesi.

Franco Lodige, 13 settembre 2024

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