Il percorso di Giorgia Meloni che l’ha portata alla carica di presidente del Consiglio ha suscitato un ampio dibattito nel panorama politico italiano, in particolare nel movimento femminista. Lo dicono e lo ripetono da tempo: “La leader di FdI è una donna, ma non è femminista”. La manifestazione di “Non una di meno”, svoltasi sabato scorso a Roma, ha fornito il palcoscenico per ulteriori discorsi critici sulla presunta mancanza di sensibilità di Meloni. La quotidianità del governo, la percezione di un non adeguato supporto alle istituzioni di supporto alle donne, come i centri antiviolenza e i consultori, sono stati punti chiave di contestazione da parte dei manifestanti. Ma non solo.
Durante la manifestazione, è emersa una critica alla retorica femminista della Meloni. Con frasi anche al limite dell’assurdo, raccolte da Quarta Repubblica: “Una presidente che si identifica come ‘il presidente’ di donna ha ben poco”, ha detto una delle ragazze in piazza. Le ha fatto eco una collega: “È una donna che è arrivata al potere ma non è una donna per le donne”.
Per il resto si sono viste le classiche contraddizioni di questa piazza, già enunciate nel proclama di “Non una di meno”. Nonostante si schieri in difesa delle donne, infatti, il movimento non ha pronunciato una parola sulle donne ebree vittime di violenza sessuale da parte dei miliziani di Hamas. Inoltre, la manifestazione si è dimostrata essere un classico minestrone ideologico, tutto contro il governo, il patriarcato e pure contro il Ponte sullo Stretto di Messina. Cosa c’azzecchi con la cultura dello stupro, lo sanno solo loro.
Non solo. Mentre l’inviata di Quarta Repubblica poneva alcune domande ad una delle partecipanti, in evidente difficoltà nello spiegare per quale motivo una piazza femminista dovrebbe dichiararsi pure pro-Palestina, è intervenuta una ragazza dell’organizzazione che, insieme ad altri, hanno interrotto l’intervista e invitato la giornalista a “girare al largo”. Alla faccia della democrazia.
