Una immagine da Basso Impero, o da Paese in evidente decadenza, quella trasmessa da Sanremo l’altra sera. Ma poiché nulla accade per caso in quella che non è più una semplice manifestazione canora dobbiamo chiederci a chi giova la penosa messinscena che ha avuto come protagonista Roberto Benigni. Quale ne è il significato politico?
Intanto, Benigni è un comico che vive da anni da ricco pensionato. Con gli anni ha perso ogni originalitá e creatività, ogni guizzo ispiratore. In una parola, non fa ridere più nessuno. I tempi del Cioni Mario, personaggio di fantasia libertino e irriverente, sono lontanissimi. La “normalizzazione’ del nostro, in verità, avvenne molto presto, ma almeno il Benigni di mezza età conservava quel piglio inventivo e artistico che gli ha dato successi e onori e non solo in Italia.
Il monologo sulla “Costituzione più bella del mondo” nacque nel momento in cui in Italia si era provato con Berlusconi a fare qualche piccolo ritocco di buon senso alla Carta (fra l’altro previsto e auspicato dagli stessi Padri Costituenti). Fu quello il periodo in cui forirono anche le cosiddette “vestali della Costituzione”, giuristi come Gustavo Zagrebelsky molto ideologici e fortemente orientati a sinistra. Poi, naufragato ogni tentativo di riforma e caduto Berlusconi, sia Benigni sia le “vestali” andarono come d’incanto in letargo. Anzi, a un certo punto sembrò quasi che Benigni avesse cambiato idea: fu infatti “arruolato” con successo da Matteo Renzi e fece pubbliche dichiarazioni in cui affermava in sostanza che la “Costituzione più bella” tanto bella non era più e aveva bisogno di un radicale maquillage.
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Ritorniamo quindi alla domanda di partenza: perché adesso Benigni è stato risvegliato dal suo dorato riposo per riproporre proprio quel vecchio (già ai suoi tempi) canovaccio? Perché la Costituzione è ridiventata per Benigni di nuovo giovane e bella ed è stato rispolverata con tanto di retorico pippone antifascista? “Nun ce vo a zingara pe’ indovinà”, direbbero i napoletani. Basta vedere chi governa oggi in Italia. E cosa si sia riproposto di fare: una radicale riforma della Costituzione in senso presidenziale, come fra l’altro voluto in sede costituente da molti deputati fra cui Piero Calamandrei.
Ma si sa, le riforme della Costituzione sono da accettare per certi personaggi a corrente alterna o ad occhi chiusi solo se a Palazzo Chigi si trovano i propri compagni (il Giuliano Amato del Titolo V, prima, appunto il Renzi finto “rottamatore, poi). Il contenuto e la coesione sui principi di fondo sono un optional per chi è erede di vecchIe ideologie faziose ed esse sì intolleranti. Che poi questo governo sia composto da forze non solo antifasciste ma anche anticomuniste, e quindi autenticamente democratiche, e che gli italiani abbiano democraticamente e in modo netto votato a favore del loro programma (che il presidenzialismo lo prevedeva) per Benigni e i compagni, è solo un dettaglio. A Sanremo, cittadina di frontiera, forse la notizia non è ancora arrivata!
Corrado Ocone, 9 febbraio 2023