Sì al sostegno al governo di Kiev, ma senza aver firmato un assegno in bianco. Continua ad essere questa la linea estera della Casa Bianca, che in questo anno e mezzo di conflitto ha garantito all’Ucraina forniture pari a 70 miliardi di dollari, e sembra che la cifra sarà incrementata ulteriormente. Proprio settimana scorsa, infatti, Washington ha dato il via libera per un nuovo pacchetto di aiuti militari a Zelensky, dal valore di 1,2 miliardi di dollari, contenente droni, razzi e missili terra-aria.
Nelle ultime ore, però, è arrivata una vera e propria doccia fredda per il presidente ucraino. Come riferito dal New York Times, gli Stati Uniti non starebbero valutando l’invio dei caccia F-16 all’Ucraina. Anzi, Joe Biden non starebbe valutando neanche l’ipotesi più “moderata”, ovvero quella dell’addestramento delle truppe della resistenza al loro utilizzo. Una scelta che si oppone a quella del principale alleato europeo degli Usa: la Polonia. Da prima dell’inizio del conflitto, Varsavia è diventato il principale arsenale statunitense nel Vecchio Continente, nonché il principale snodo da cui poi passano le forniture di Washington direttamente in Ucraina.
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Proprio recentemente, il governo polacco ha dato il via libera non solo all’addestramento dei soldati ucraini all’utilizzo dei caccia, ma lo scorso aprile – insieme alla Slovacchia – Varsavia ha annunciato l’arrivo a Kiev di 41 Mig-29, superando così quella che, fino ad allora, era stata una linea rossa del Cremlino nell’invio di equipaggiamento militare al Paese. Coincidenza vuole che l’invio è avvenuto proprio durante la visita del presidente Zelensky nella capitale polacca.
Biden, al contrario, non sembra essere intenzionato a superare il limite imposto da Mosca. Una preoccupazione, quella della Casa Bianca, che come riportato dal New York Times si estende anche agli Stati Ue. Alle truppe ucraine, infatti, sarà preclusa la possibilità di addestrarsi con gli F-16 anche nel territorio del Vecchio Continente. Una posizione che ha portato l’immediata risposta della Federazione Russa, la quale ha già previsto come l’aiuto americano terminerà sul lungo termine, come dimostrato concretamente dal precedente afghano, dopo la tragica ritirata dall’aeroporto di Kabul nell’agosto 2021. Il sostegno, secondo i russi, continuerà “finché gli americani ne avranno bisogno. E le persone al governo di Kiev saranno al potere finché gli Usa ne avranno bisogno”, ha affermato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov.
Matteo Milanesi, 18 maggio 2023