Non è certo quindi un caso se oggi, proprio per questa folgorazione per Pechino, Letta preferirebbe di gran lunga vedere al Quirinale Romano Prodi, considerato il papà dei ‘dragoni’, che in questi mesi sembra stia tessendo una rete sotterranea per il Colle, nonostante le sue continue smentite.
Ma Draghi, sulla Cina, vive anche un profondo paradosso, ben sapendo, da economista, che l’Italia non può far a meno del colosso cinese per le nostre aziende. E così il suo governo, proprio in queste ore, rivela mille contraddizioni. Da un lato, a Palazzo Chigi si studiano misure per evitare che i cinesi acquistino quello che resta del nostro acciaio, dall’altro, proprio al Mise è ancora aperto un tavolo per vendere Iveco proprio ai cinesi. Con l’Italia di Arlecchino, servitore di più padroni, la Cina si avvicina e Marx può aspettare.
Luigi Bisignani, Il Tempo 18 luglio 2021