“Il diritto d’asilo va dato pure ai terroristi”. La teoria della toga rossa

Luca Minniti è il presidente del collegio di Firenze che ha negato il rimpatrio di un migrante in Tunisia secondo i decreti del governo

11.8k 62
Luca Minniti migranti toghe governo

Se non ci credete, guardate il video. Non c’è trucco, non c’è inganno. Lo ha detto davvero: “Il diritto di asilo va riconosciuto anche al terrorista, a certe condizioni”. Il protagonista si chiama Luca Minniti, magistrato, presidente del collegio del tribunale di Firenze che il 20 settembre scorso ha negato il rimpatrio di un migrante in Tunisia con la “scusa”, se così possiamo chiamarla, che i giudici non concordano col governo nel considerarlo un Paese sicuro.

Anche i terroristi hanno diritto all’asilo. E lo ripetiamo: non c’è trucco, non c’è inganno. Nessun taglio. Se lo si vuole ascoltare dalla viva voce del magistrato basta andare a scartabellare l’archivio di Radio Radicale, come ha fatto Quarta Repubblica. Il ragionamento è stato formulato durante un convegno dal titolo “Un mare di vergogna – dai respingimenti formali alle omissioni dei soccorsi” che risale al 2 ottobre di due anni fa. “L’articolo 10.3 della Costituzione – dice Minniti – non consente bilanciamento con anti-interessi dello Stato nemmeno con l’interesse alla sicurezza. Il diritto di asilo va riconosciuto anche al terrorista a certe condizioni.

Direte: ognuno può pensare quel che vuole, certo. Però qui il problema è che il convincimento personale dei giudici, come nel caso della magistrata Iolanda Apostolico che va in piazza contro Salvini e in favore dello sbarco dei migranti della Diciotti, finisce col contrastare con le norme messe in campo dal un governo legittimamente eletto. L’esecutivo con gli ultimi decreti ha inserito la Tunisia in cima alla lista dei Paesi sicuri per permettere alle autorità di frontiera di provvedere ad una procedura accelerata per la valutazione della domanda di asilo e quindi per mettere in atto il rimpatrio. La Apostolico ha annullato il trattenimento nel centro di Pozzallo, tirando in ballo la Costituzione e le superiori norme europee. Il collegio capeggiato da Minniti, invece, ritiene che siccome “la creazione a determinate condizioni di un elenco di Paesi sicuri consente ai legislatori nazionali di derogare ad alcuni diritti procedurali”, allora “deve ritenersi sussistente un potere/dovere di controllo dell’autorità giurisdizionale ordinaria” per controllare “il legittimo inserimento di un Paese all’interno della lista da cui discende causalmente una limitazione dei diritti procedurali” per la domanda di asilo.

Chiaro? In sostanza, come spiega anche Davide Aloiso a Quarta Repubblica, “il collegio del tribunale ritiene di poter controllare le scelte del governo italiano in merito ai paesi sicuri, e nel caso della Tunisia decide che la situazione geopolitica vada rivalutata nonostante articolate analisi di esperti di tre diversi ministeri (Esteri, Interno e Giustizia)”. Vi chiederete: come mai il Tribunale non considera la Tunisia sicura? Nelle motivazioni vengono riportati articoli di stampa ed il recente divieto di ingresso a Tunisi riservato a una delegazione del Parlamento europeo. Basta questo per andare contro le legittime scelte di un governo votato dai cittadini?

Luca Minniti, presidente del Collegio di Firenze, è stato candidato per Area (corrente di sinistra delle toghe) alle elezioni suppletive del 2021 per il Consiglio Superiore della Magistratura. “Dobbiamo però risalire – diceva in quel convegno – dalle stanze dei giudici che esaminano ancora migliaia di domande di protezione internazionale, riconoscendo il diritto alla protezione internazionale e umanitaria alla maggioranza dei migranti sopravvissuti che arrivano nel territorio italiano”.

Ti è piaciuto questo articolo? Leggi anche

Seguici sui nostri canali
Exit mobile version