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Il diritto di criticare un governo che sul Coronavirus ha sbagliato tutto - Seconda parte

3. Si dice che la storia non si fa con i “se”. Vero. Ma è necessario esaminare lucidamente le conseguenze delle scelte politiche e istituzionali che vengono compiute nei momenti delicati. Dopo la crisi del governo gialloverde, nell’estate 2019, c’era la possibilità di votare a settembre. Del resto, tra settembre e dicembre, hanno votato molti paesi: Austria, Polonia, Spagna, Regno Unito. Con ruolo decisivo del Quirinale, si è purtroppo scelta un’altra strada, sia pure formalmente legittima: quella di affidarsi alla sola aritmetica parlamentare, sconnessa dalla maggioranza reale esistente nel paese, e di avallare un governo senza forza e senza piena autorevolezza. In tempi ordinari, sarebbe stata solo una decisione discutibile. Ma in tempi di crisi, la mancanza di legittimazione popolare di un esecutivo pesa maledettamente. Indipendentemente dalle convinzioni politiche di ognuno, tutti comprendiamo quanto sarebbe stato importante avere oggi un governo con un chiaro e forte mandato popolare.

Daniele Capezzone, 9 marzo 2020

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