Rifletterei su questa frase, perché ci dice molto. Ci dice per intanto che nessuno, per fortuna, ha mai potuto prevedere il futuro, e non lo potranno nemmeno i 26 luminari interpellati dalla Commissione europea: esso, per fortuna, è nelle nostre mani, e in quelle della provvidenza, cioè (se non credete) della storia con le sue conseguenze inintenzionali delle azioni umane (The science delusion è intitolato significativamente uno di capitoli del libro). Ma Ferguson ci dice anche che, se non riprendiamo contatto con il passato, cioè con la cultura che abbiamo ereditato, e pensiamo di potere e volere resettare il mondo (casomai per farlo sostenibile e digitale), non andremo da nessuna parte. E anzi ci costruiremo con le nostre mani un doloroso inferno. Nel 1957 ci fu una terribile epidemia di influenza asiatica, ci ricorda Ferguson, ma il presidente Eisenhower la gestì con razionalità estrema e in un orizzonte di cooperazione internazionale (la Cina non contava nulla e le organizzazioni multilaterali facevano il loro). Nessun lockdown, né chiusura delle scuole. Nelle città si ballava il Boogie Woogie. Dalla mascherina al boogie woogie: giudicate voi!
Corrado Ocone, 23 maggio 2021