Politica

Il fanatismo del “Fatto”: vietato pubblicare libri sul fascismo - Seconda parte

Gli fa eco Alessandro Amorese di Eclettica: “Registriamo un netto passo indietro da parte di una certa sinistra culturale, tornata indietro alle stagioni dell’odio e non della conoscenza e del confronto. Noi siamo una casa editrice indipendente e libera che da spazio anche a giornalisti ed autori che ci propongono ricerche spesso inedite su temi mai sviscerati seriamente o su una visione diversa della realtà. I libri più venduti per adesso? Iconoclastia e il Deep state italiano… un motivo ci sarà”.

Criteri da cancel culture

Così come chi è in prima linea ad accusare la qualunque di fascismo non si è mai dichiarato anticomunista, allo stesso modo, fa notare Gianluca Veneziani su Libero, spopolano libri di “dittatori e terroristi” come se nulla fosse: “Altro che allarme fascista, le case editrici presenti alla kermesse propongono le memorie di Mao, Castro, Lenin, Stalin, Trotsky e Che Guevara. E non mancano opere di ex ‘cattivi maestri’. Ovviamente di sinistra”.

Al Salone del libro partecipano 715 case editrici e, al netto degli editori per bambini, di narrativa o fumetti, le case editrici di saggistica con un catalogo in prevalenza di autori controcorrente, si contano sul palmo di una mano. Eppure c’è chi vorrebbe emarginarli ed escluderli perpetrando una censura che non dovrebbe avvenire in generale ma in particolare in un luogo dedicato alla circolazione delle idee come una fiera del libro. La volontà di un dibattito culturale a senso unico si scontra con la libertà di pubblicazione che è la base del lavoro di ogni editore e che alcuni, applicando i criteri della cancel culture, vorrebbero eliminare anche dal Salone del libro di Torino.

Francesco Giubilei, 16 ottobre 2021

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