Il tentativo di etichettare ogni forma di pensiero non conforme come fascista a cui stiamo assistendo in questi giorni, non risparmia neanche il mondo della cultura e, nei giorni del Salone del libro di Torino, principale fiera del libro italiana, dalle pagine del Fatto Quotidiano arriva un attacco a due editori presenti in fiera come Idrovolante ed Eclettica accusati di pubblicare libri apologetici. L’accusa arriva da Massimo Novelli che firma un corsivo intitolato “Apologia del Duce e degli squadristi: due editori fascisti al Salone di Torino” e rilancia il giorno successivo su un quotidiano locale con un altro articolo intitolato “Se al Salone sbarcano le collane vicine ai neonazi” (!?).
Censura sinistra
Il suo ragionamento è tanto semplice quanto assurdo: siccome Idrovolante ed Eclettica pubblicano libri storici sul fascismo o autori di destra, allora sono fascisti. Nel suo delirio censorio se la prende per esempio con i libri di Italo Balbo, il non detto è che questi editori dovrebbero essere esclusi dal Salone del libro come avvenuto due anni fa nei confronti di Altaforte. Se però analizzassimo il catalogo di tanti degli editori presenti in fiera, compresi i grandi marchi, ci accorgeremmo che i libri su fascismo, Mussolini e autori di destra sono molto diffusi come scrive Daniele Dell’Orco su Libero in un articolo intitolato “Solita caccia alle streghe. I comunisti vogliono censurare le memorie di Italo Balbo”.
Fascismo immaginario
Dell’Orco è anche editore della casa editrice Idrovolante finita sotto accusa e non ci sta a vedere il proprio marchio editoriale etichettato per qualcosa che non è: “Dopo la ‘tregua’ causata dal Covid, la lotta senza quartiere al ‘ritorno del fascismo immaginario‘ è ricominciata con ancora più vigore. Dalla politica alla cultura, dai media allo sport, ai progressisti l’etichetta di ‘fascista’ serve come clava politica per screditare gli avversari. Ma il fatto che si vogliano colpire, ora, realtà editoriali presenti sul mercato da anni e che partecipano da tempo alle più importanti rassegne culturali italiane, dimostra che per l’intellighenzia di sinistra esisterà sempre qualcuno ‘più fascista’ da colpire, e la spirale censoria che ieri toccava ad altri, oggi a Idrovolante, domani a chissà chi, non finirà mai”.
Gli fa eco Alessandro Amorese di Eclettica: “Registriamo un netto passo indietro da parte di una certa sinistra culturale, tornata indietro alle stagioni dell’odio e non della conoscenza e del confronto. Noi siamo una casa editrice indipendente e libera che da spazio anche a giornalisti ed autori che ci propongono ricerche spesso inedite su temi mai sviscerati seriamente o su una visione diversa della realtà. I libri più venduti per adesso? Iconoclastia e il Deep state italiano… un motivo ci sarà”.
Criteri da cancel culture
Così come chi è in prima linea ad accusare la qualunque di fascismo non si è mai dichiarato anticomunista, allo stesso modo, fa notare Gianluca Veneziani su Libero, spopolano libri di “dittatori e terroristi” come se nulla fosse: “Altro che allarme fascista, le case editrici presenti alla kermesse propongono le memorie di Mao, Castro, Lenin, Stalin, Trotsky e Che Guevara. E non mancano opere di ex ‘cattivi maestri’. Ovviamente di sinistra”.
Al Salone del libro partecipano 715 case editrici e, al netto degli editori per bambini, di narrativa o fumetti, le case editrici di saggistica con un catalogo in prevalenza di autori controcorrente, si contano sul palmo di una mano. Eppure c’è chi vorrebbe emarginarli ed escluderli perpetrando una censura che non dovrebbe avvenire in generale ma in particolare in un luogo dedicato alla circolazione delle idee come una fiera del libro. La volontà di un dibattito culturale a senso unico si scontra con la libertà di pubblicazione che è la base del lavoro di ogni editore e che alcuni, applicando i criteri della cancel culture, vorrebbero eliminare anche dal Salone del libro di Torino.
Francesco Giubilei, 16 ottobre 2021