Giustizia

Il Fatto si rassegni: su Toti ha ragione Cassese

Il noto giurista ha elaborato un parere legale sul caso del presidente della Regione Liguria. Il team Travaglio non l’ha presa bene

Sulla vicenda degli arresti domiciliari di Giovanni Toti, Il Fatto Quotidiano, il 9 luglio, ha pubblicato un pezzo dal titolo «Sabino Cassese butta l’articolo 3 nel cestino e promuove i privilegi per i politici: ‘Liberare Toti, va considerata l’investitura popolare’».
A tal proposito appare necessario evidenziare alcune considerazioni.

Sabino Cassese, noto giurista e giudice emerito della Corte costituzionale, è stato chiamato ad elaborare un parere legale sulla questione di Giovanni Toti a seguito dell’impugnazione, davanti al Tribunale del Riesame, dell’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari del 14 giugno 2024 che ha rigettato l’istanza di revoca o di graduazione delle misure cautelari nei confronti del presidente della Regione Liguria che, di fatto, è agli arresti domiciliari dal 7 maggio scorso. Il parere, ben articolato da un punto di vista logico-giuridico, critica, in modo puntuale, la suddetta ordinanza, sottolineando come il GIP non abbia ponderato i diversi interessi in gioco. Ed infatti è stato proprio così.

È assolutamente fuori luogo sostenere, come riporta Il Fatto, che l’art. 3 della nostra Carta costituzionale – quello che disciplina il principio di uguaglianza, che poi è alla base del nostro ordinamento di stampo sociale – sia stato “appallottolato e gettato nel cestino della spazzatura”. Infatti, l’eminente giurista, sulla base di alcune pronunce della Consulta – la 230 del 2021, la 206 del 1999 e la 183 del 1981, lette in combinato disposto con gli artt. 97 (relativamente al principio di buon andamento della pubblica amministrazione), 48 (sulla limitazione dell’elettorato, in questo caso passivo), 51 (sul principio di pari opportunità alle cariche elettive) e 27 (sul principio di non colpevolezza fino alla condanna definitiva) della Costituzione -, ha ritenuto che il Tribunale non abbia debitamente bilanciato, all’interno della nota vicenda, i differenti interessi contrapposti.

Nel caso di specie, è palese la violazione del criterio di ragionevolezza – elaborato, negli anni, proprio dalla Corte costituzionale – il quale deriva direttamente dal principio di uguaglianza di cui all’art. 3 della Costituzione. Proprio questo criterio impone, non solo al legislatore, ma anche al giudice, di tenere conto, nelle decisioni, dei più disparati interessi, anche contrapposti. Il Fatto Quotidiano dimentica, forse, che il nostro non è uno Stato socialista, ma uno Stato sociale, per cui la violazione del criterio di ragionevolezza fa sì che l’uguaglianza si trasformi in egualitarismo. A tal proposito, è innegabile come i liguri abbiano il diritto di avere un presidente che hanno legittimamente votato.

Inoltre, va evidenziato come da questo provvedimento giurisdizionale derivino conseguenze molto gravi sul buon andamento della pubblica amministrazione con effetti devastanti che si producono, anche indirettamente, su soggetti terzi che vedono coinvolti, in modo del tutto incolpevole, le loro posizioni. Essendo trascorsi oltre due mesi dagli arresti domiciliari, non si può più parlare di una “misura temporanea”, ma di una vera e propria interruzione dell’attività amministrativa.

Inoltre, in questo caso, non vi è alcun “privilegio per i politici”, come sostenuto dal giornale diretto da Travaglio, anzi. Il presidente di Regione non è un privato cittadino. Ha delle responsabilità enormi, di diversa natura, da quella giuridica a quella contabile, per non parlare di quella politica nei confronti degli elettori. Non si tratta di un’autorità gerarchicamente superiore cui vanno riconosciuti privilegi, ma è evidente che abbia ruoli e funzioni diversi rispetto a cittadini privi di incarichi governativi. Anche non riconoscere ciò comporta l’antigiuridica – e direi immorale – affermazione del principio di egualitarismo nel nostro ordinamento.

Tuttavia, diversamente da come prospetta Il Fatto, è importante sottolineare come i privilegi, spesso forzatamente riconosciuti dal nostro ordinamento, siano altri, quali ad esempio, l’attribuzione ingiusta, ai cittadini, di sussidi, soprattutto di natura economica. La questione di Toti è ancora aperta ed il parere di Cassese è stato prodotto in giudizio dinanzi al Tribunale del Riesame. Vedremo, nelle prossime ore, come andrà a finire.

Giovanni Terrano, 11 luglio 2024

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