Il Festival di Sanremo, una delle manifestazioni musicali più seguite e celebrate nel panorama italiano, si trova di fronte a un importante punto di svolta legale che potrebbe riscrivere le regole del suo futuro organizzativo. Il Tar della Liguria ha recentemente emesso una sentenza che mette in discussione la modalità di affidamento della gestione dell’evento, tradizionalmente in mano alla Rai in collaborazione con il Comune di Sanremo, decretandola non conforme ai principi di trasparenza e concorrenza per le edizioni a partire dal 2026. L’unico festival escluso da questa disposizione è quello del 2025, che procederà come da programma.
La questione centrale riguarda la pratica di affidamento diretto all’emittente pubblica, messa in dubbio da alcune parti interessate a partecipare all’organizzazione del festival. Tra queste, la società Just Entertainment (Je) che ha sollecitato l’apertura di una procedura pubblica per l’attribuzione dei diritti di sfruttamento economico del Festival e del suo marchio, richiesta rimasta senza risposta da parte del Comune. La decisione del Tar di avviare una gara pubblica aperta a partire dalle future edizioni del 2026 apre nuovi scenari competitivi per l’assegnazione dell’organizzazione, richiedendo un cambiamento nel metodo di selezione dell’organizzatore. “In data 7 marzo 2023 – si legge nella sentenza – la ricorrente, JE s.r.l. (“JE”)” ha inoltrato al Comune una manifestazione di interesse per “acquisire la titolarità dei diritti di sfruttamento economico e commerciale del Festival di Sanremo (compreso il Red Carpet) e del relativo Marchio al fine di curare l’organizzazione e lo svolgimento del Festival”. Il Comune, però, nonostante la convenzione con la Rai fosse in scadenza a fine 2023, non avrebbe dato alcun “riscontro” e così JE ha “impugnato il provvedimento” di assegnazione dell’evento a Viale Mazzini con l’uso esclusivo del marchio “Festival della Canzone Italiana” di cui il Comune è titolare.
La sentenza ha suscitato diverse reazioni. Il Comune di Sanremo e la Rai sono al momento in fase di valutazione delle opzioni legali a loro disposizione, compresa la possibilità di appello al Consiglio di Stato. “I giudici amministrativi – si legge in una nota della Rai – hanno confermato l’efficacia della convenzione stipulata tra Rai e il Comune di Sanremo per l’edizione 2025, nonché la titolarità in capo a Rai del format televisivo da anni adottato per l’organizzazione del Festival. Il Tar Liguria ha giudicato irregolari soltanto le delibere con le quali il Comune di Sanremo ha concesso in uso esclusivo a Rai il marchio ‘Festival della Canzone Italiana’, nonché alcuni servizi ancillari erogati in occasione dell’organizzazione del Festival stesso. Dunque, nessun rischio che la manifestazione canora, nella sua veste attuale, possa essere organizzata da terzi“.
Questa invece la versione del Tar, comunicata in una nota: “Con sentenza nr. 843, depositata in data odierna, il Tar per la Liguria ha dichiarato illegittimo l’affidamento ‘diretto’ alla Rai, da parte del Comune di Sanremo, dell’organizzazione del Festival della canzone italiana (anni 2024/2025). I giudici, tuttavia, hanno fatto salvo lo svolgimento dell’edizione del 2025, che, pertanto, avrà luogo come previsto”. E ancora: “È evidente, infatti, che l’intervallo di tempo necessario per la predisposizione degli atti di gara e per lo svolgimento della stessa, in conformità a quanto stabilito con la presente sentenza, nonché per l’organizzazione del Festival e degli eventi collaterali da parte del concessionario del Marchio individuato all’esito della procedura di evidenza pubblica, è del tutto incompatibile con lo svolgimento della manifestazione nel mese di febbraio 2025″.
Quindi il 2025 è salvo, ma poi “il Comune di Sanremo dovrà procedere mediante pubblica gara, aperta agli operatori del settore interessati”.
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