Nel momento più buio di questo paese, il nostro destino è stato ancora una volta deciso, fra gli altri, da Clemente Mastella from Ceppaloni. E da quel vecchio modo tutto italiano di intendere la politica. Il sindaco di Benevento, infatti, da vecchio volpone della prima Repubblica, sa fin troppo bene che in Italia il confine tra “il fottere” e “l’essere fottuto” è molto labile, per questo ha basato tutta la sua carriera sull’evitare errori di posizione, anche a costo di trasformarsi troppo spesso in uno dei suoi tanti alter ego: Incoerente Mastella. Bene, in quest’ottica non ha sbagliato nemmeno questa volta e ha salvato… la cadrega. Quella della moglie e probabilmente anche quella di Conte. Vincerà anche un ministero? Ormai possiamo aspettarci di tutto.
Blog non tanto “Clemente”
Intanto, per farci un’idea più precisa su uno degli uomini a cui hanno appaltato il nostro futuro, può essere utile ripescare un vecchio blog satirico che salì agli onori delle cronache nel 2007, quando Mastella era il Guardasigilli di Prodi: dementemastella.blogspot.com, “il gemello cattivo” del vero blog dell’allora leader dell’Udeur. Certo, non è fra le fonti più autorevoli in circolazione ma, quando la situazione diventa drammatica, è giusto concedersi un po’ di ironia. Ironia che, in quel periodo, utilizzò certamente Grillo riprendendo proprio quell’epiteto – “demente” – per riferirsi al ceppalonico che ovviamente non la prese bene.
Nei primissimi post di dementemastella – anno 2007 – troviamo le risposte piccate di Clemente al comico genovese che lo accusava di essere il principale responsabile dell’indulto e della scarcerazione di migliaia di criminali. Scriveva Mastella: “Una premessa è d’obbligo. Non ho aperto un blog per dialogare a distanza, tra insulti e calunnie, con Grillo o i suoi fans”. E ancora: “Più che grillo saggio dunque, Pinocchio. Perché non è l’indulto la causa della delinquenza. Dove vuole arrivare Grillo, alla pena di morte? Si mette a capo di un nuovo fascismo del duemila? Si accomodi pure”. Ebbene sì, Sua Clemenza aveva previsto tutto già allora. E per non farsi mancare niente, a quella tavola ci si è accomodato anche lui.
Altro post ed altra cannonata al comico sempre in riferimento all’indulto: “Per me Grillo è un delinquente senza cuore. È un ignorante costituzionale”. Più clemente dei vari papi che portarono il suo nome, non c’è che dire. Tant’è che poco dopo arrivò, provvidenziale, la “pace di Ceppaloni”. “Non ci sto più al gioco al massacro ceppalonico. Mastella è solo un capro espiatorio. Il migliore sulla piazza della politica, certo. Per questo hanno scelto lui. Ma l’indulto non è una sua idea, ne sono convinto. Di più: Mastella ha detto una grande cosa, ha annunciato un libro su tutte le altre caste, a partire dai giornalisti. Questa volta sono d’accordo con lui. Gli offro la mia prefazione o, se preferisce, il libro lo possiamo scrivere a quattro mani. Vado fino a Ceppaloni se mi invita”. Così scriveva Grillo il quale fu poi ufficialmente invitato alla corte campana. Odi et amo insomma, oggi come allora. E tra un dissapore e qualche querela è finita che, a 4 mani, ci hanno impastato anche una pseudo-maggioranza. Trasformismo a lieto fine.
Mastella, gaffe e inchieste
Gli autori di dementemastella hanno via via messo in fila tutti gli episodi tragicomici in cui venne coinvolto l’ex ministro. E sono veramente tanti. Dal volo di Stato da Salerno a Milano per assistere al Gran Premio di Monza e per il quale Mastella si giustificò dicendo di “aver ricevuto un passaggio da Rutelli”, agli errori di italiano che disseminava copiosi nei suoi post: “Come se io sia l’emblema del Male. Sono io il Male d’Italia?”, si chiedeva dopo esser stato attaccato da Michele Santoro maltrattando il povero congiuntivo. Una domanda che, puntualmente, si ripresenta anche oggi.
E con l’inglese non andava certamente meglio. Quando a Berlino, con la moglie, tentò di irrompere al congresso del Partito popolare europeo di cui non faceva parte e fu bloccato dalla polizia, utilizzando un mix di italiano e inglese scorretto, urlò: “I am a parliamentary europey! I am my wife. È indegno!” Ah dimenticavo, su dementemastella potete ripescare anche il fantastico inno del suo vecchio partito: Udeur verrà. Ascoltatelo in questi giorni, mentre la commedia andrà avanti, per una libidine senza pari.
Coincidenza vuole che l’altro giorno Giorgia Meloni, nell’attaccare Conte, abbia efficacemente scherzato sulla “Mastella Airlines”. Hanno fatto qualcosa di simile anche gli autori di dementemastella con la “Mastelcard”, una carta di credito che omaggiava voli aerei di Stato e il cui slogan recitava: “Certe cose te le devi pagare per i cazzi tuoi. Per tutto il resto c’è Mastelcard”. Una trovata che finì addirittura su Repubblica.
Sempre in modo satirico e originale, questo vecchio blog si è occupato anche delle questioni più spinose che coinvolsero il buon Clemente in quel periodo travagliato: dall’inchiesta Why Not (da cui uscì pulito), ai problemi legati al Campanile, il quotidiano dell’Udeur, passando per le sue conoscenze discutibili, fino alla caduta del governo Prodi. “Non sarò mai il killer di Prodi”, dichiarò. “A Prodi dico che dal mio gruppo non arriverà nessuno sgarbo. Siamo politici leali”. Altro che “stai sereno”.