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Il gender sì, le riforme no: le strane priorità di Elly Schlein

Il Pd chiude alle modifiche costituzionali, ma è un errore: i programmi elettorali si rispettano

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Chiusura su tutta linea quella di Elly Schlein sulle riforme costituzionali. E c’era da aspettarselo, non è una sorpresa. Sorprendente è però la motivazione addotta dalla neo-segretaria del Pd: altre sono, secondo lei, le priorità del Paese e si chiamano lavoro, sanità, Pnrr. Non solo: proprio perché le riforme non sarebbero una priorità, la mossa del governo sarebbe, sempre a detta della Schlein, un’operazione di “distrazione di massa”.

Ora, la prima considerazione da fare è che in questi giorni stiamo assistendo a una molto rapida, e perciò non convincente, landinizzazione di Elly. Fino a qualche settimane fa le sue priorità sembravano ben altre: il genderismo, diciamo così, e l’antifascismo. Poi passata la festa, cioè il 25 aprile, il repentino cambio di marcia, anche e soprattutto rispetto al programma con cui si era candidata alle primarie.
Il programma, appunto. Quello delle riforme costituzionali era, per il centrodestra, un punto importantissimo della piattaforma con cui si è presentato agli elettori. Piattaforma che, una volta al governo, viene ora attuata in tutti i punti, compresi quelli relative alle priorità a cui si è da ultimo convertita la leader piddina.

Perché le riforme? Il discorso che il centrodestra ha fatto negli anni passati, e che si è puntualmente riflesso nel programma, è che il sistema Italia va revisionato nella forma istituzionale e costituzionale perché è incapace di prendere in modo rapido e democratico quelle decisioni che sono indispensabili per il nostro sviluppo economico e sociale. Le riforme sono una esigenza sentita da tempo, ma che per essere affrontata impone che la politica abbia il coraggio di staccarsi un momento dalla mera gestione della quotidianità e impostare un discorso che avrà tempi necessariamente lunghi. Certo, rispetto agli altri, quello delle riforme non è un tema che appassioni, non è popolare. Il fatto che il governo, non in alternativa ma in aggiunta a quelli più concreti, lo inizi ad affrontare, può fargli solo onore.

Il fatto che la Schlein pensi che i cittadini si possano distrarre appassionandosi a un tema tutto sommato ostico e comunque, e ingiustamente, sentito lontano, denota due cose: da una parte, significa non avere senso del reale, e, dall’altra, avere poca fiducia negli italiani, che si farebbero così facilmente distrarre.

L’impressione, ancora una volta, è che, dalle parti del Pd, valga tutto e il contrario di tutto, che anche il programma sia fluido, un optional. In una parola, che tutto sia buono per scalzare l’avversario e conquistare il potere. Se oggi Schlein dice cose diverse da quelle di ieri, è perché probabilmente avrà visto, con l’aiuto di consiglieri del tipo dell’armocromista, che certi temi funzionano e altri meno. Le idee e gli impegni con gli elettori non hanno nessun peso, ma come gli abiti si cambiano a seconda della giornata e secondo convenienza. Tutto è fluido, anche le idee lo sono: non sono vissute, ma assunte estrinsecamente se e solo fino a quando funzionano.

D’altronde, una Schlein che mette al primo posto il lavoro, che non conosce e nemmeno può immaginare, se non altro per vita e estrazione sociale, non è di per sé credibile. E pensare che gli italiani non se ne accorgano o non lo sappiano, è solo l’ennesima illusione coltivata a sinistra.

Corrado Ocone, 10 maggio 2023

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