Mondo al contrario

Il generale Vannacci come Saviano: qual è il suo errore

Le lobby delle minoranze esistono? Certo, però c’è una cosa che il generale dell’Esercito dovrebbe ricordare

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vannacci libro

Ma che cosa poteva dire il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a un generale che ha fatto un libro autoprodotto con licenza di delirio in cui traccia i confini dell’autodifesa, personale e della razza? Che per l’appunto trattasi di farneticazioni senza capo né coda, prive di qualsiasi rilevanza. Che poi è insieme il minimo e il massimo che poteva fare un ministro delle forze armate. Ma l’altro non se ne dà per inteso, si rifugia nel cliché usato da tutti, sono stato frainteso, le mie parole strumentalizzate, salvo ribadirle con una tigna autolesionista e vagamente paranoica: si scade al livello dello sparafucile Saviano che dice: se non mi fanno dire impunemente che il presidente del Consiglio è una bastarda e una stragista, allora è dittatura.

Il resto sono chiacchiere, vaniloquio nel vaniloquio, con le opposizioni che ovviamente soffiano sul fuoco, ma se gliele servi così, a porta vuota, che dovrebbero fare anche loro? Che bisogno ha uno arrivato al vertice della carriera militare di dire, facendocelo sapere, che il cittadino può, deve conficcare una matita in gola al ladro “così gli trancia la giugulare”, che gli omosessuali sono degli anormali? Queste sono le stesse identiche cose che va sostenendo Putin in Russia dove sono stati appena annunciati corsi di rieducazione psichiatrica e farmaceutica per i gay con, nei casi più ostinati, cioè tutti, tanto di deportazione nelle carceri speciali. È a questo regresso precristiano e preculturale che vogliamo ritrovarci? Che bisogno ha l’ex parà della Folgore, oggi in forza, non si sa per quanto ancora, all’Istituto geografico militare, di delirare su Paola Egonu che non è una vera italiana, che ha i tratti della negra? Sulla Egonu abbiamo scritto le mille volte criticandone il protagonismo e certo controrazzismo pubblicitario, ma mai ci saremmo sognati di definirla non italiana, lei nata a Padova, lei atleta della Nazionale italiana.

Questo generale Vannacci va sul surrealistico, pare uscito da una canzone di Jannacci: non si offenda se gli facciamo notare che quelle sue sono idiozie, e se si offende pazienza ma non è che per decreto tutti debbano smarronare e poi farcelo sapere. Il nostro incursore capo è ancora giovane, 55 anni, ma la sua sembra essere la subcultura arcaica di una parte del mondo militare che tuttora resiste, che sembra impermeabile ai tempi, alla realtà. Naturalmente è diventato l’idolo degli spostati e dei nostalgici rabbiosi che pullulano sui social e urlano alla censura, al bavaglio, ma quello di far passare tutto come censura è il vecchio trucco del vittimismo passivo aggressivo: il martire del pensiero sta in cima alle vendite di Amazon, non a bruciare a Campo de’ Fiori. E un guerriero che si esprime come Chiara Ferragni non ci fa, ancora una volta, una gran figura. Comunque quelle cose le hai dette, le hai confermate, nessuno te le ha ricacciate in gola, con o senza matita, che altro pretendi generale? Il tappeto rosso? La censura di ritorno per chi ha osato dissociarsi?

No, per favore, fermatevi, non uscitevene anche voi coi pensieri più vuoti possibili, non paragonate un generale, un servitore dello stato a Michela Murgia “che poteva odiare e adesso passa da santa”: una provocatrice di sinistra può dire le scemenze che vuole, senza capirle mai davvero; può, al subentrare del generale Figliuolo a capo della campagna vaccinale, straparlare di nuovo fascismo senza rendersi conto che è il contrario, la resa definitiva, il fallimento dello stato burocratico e non per colpa dell’alpino con la penna. Ma un ex parà della Folgore non può andarsene in giro a creare simili casini a un governo che un giorno sì e l’altro pure viene tacciato di rigurgiti fascisti e, di conseguenza, non osa più adottare alcuna misura se non va bene all’opposizione del nuovo conformismo.

Per approfondire

Le lobby delle minoranze ci sono? Ci sono e abusano delle posizioni di forza, minoritaria ma prepotente, ma non spetta a un militare di carriera il tabula rasa, il datemi tutto il potere e vi rivolto il paese come un calzino: si finisce o in tragedia, o in farsa, o in tutt’e due. Ci siamo già passati, abbiamo imparato che spetta se mai alla libera opinione, alla denuncia democratica contrastare le derive più assurde e pericolose, come ogni giorno ci sforziamo di fare tra difficoltà crescenti. Ma è il nostro ruolo e ce lo siamo scelto. Se però queste derive turbano il senso dell’ordine costituito in un generale dello Stato italiano, ebbene liberissimo il generale di non starci, ma alla fine deve farsene una ragione, deve ricordarsi che uno nella sua divisa resta a servire lo Stato e non può incitare i cittadini alla giustizia sommaria, alla soluzione violenta, da film d’azione contro i delinquenti e i clandestini.

Ci sono cose che molti pensano, che tutti pensano almeno una volta nella vita, magari vergognandosene, magari al colmo dell’esasperazione, sapendo che non le faranno mai o non dandosi pace se poi le fanno; ma se pure uno resta convinto, non è tenuto a cavarci una filosofia teoretica da quattro soldi. È che la smania di protagonismo contagia tutti, la vanità infetta tutti e la sua superficialità non trova vaccini, non conosce più anticorpi. Anzi una volta provata diventa una droga allucinogena, spinge a credersi un Giordano Bruno, un martire del libero pensiero. Ma di libero e di pensiero cosa c’è?

Uno se proprio si ritiene indispensabile potrebbe intanto scriverselo il libretto, aspettare il congedo e dare sfogo alla esaltazione “ch’entro mi rugge”, ma se lo fai da cittadino qualunque, da ex generale tornato borghese tra i borghesi e i pensionati, chi se ne accorge? Adesso il nostro generale si darà a effimera carriera da influencer girando per ribadire che lui si sente l’erede di Giulio Cesare, un imperatore: cosa restava da fare al ministro Crosetto se non mettersi le mani nei capelli che non ha, anche questa ci voleva, e prendere le distanze? Comunque pessima pagina questa del generale Vannacci a vanvera, e peggio con quelli che lo esaltano scambiando la megalomania per libertà di espressione.

Max Del Papa, 18 agosto 2023

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