Il generale Vannacci sospeso dall’Esercito

La punizione disciplinare applicata dal ministro Crosetto dopo il procedimento per la pubblicazione del “Mondo al contrario”

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vannacci crosetto

Tutto nel giro di una settimana. Prima tre indagini (ordinaria, militare e contabile) per peculato e truffa che prendono di mira il suo soggiorno in Russia presso l’Ambasciata e una serie di rimborsi spese, tutto da dimostrare. Poi quella per “istigazione all’odio razziale” contro il “Il Mondo al contrario”, per quelle frasi sui gay e sugli stranieri. E adesso Roberto Vannacci è stato pure sospeso dal servizio per 11 mesi proprio per colpa del suo libro.

La sanzione contro Vannacci

Come noto, l’ufficiale – dopo la pubblicazione del best seller – era stato “avvicendato” dall’Istituto Geografico Militare di Firenze, sottoposto a provvedimento disciplinare (iniziato il 30 ottobre scorso) e spedito ad altro incarico a Roma come Capo di Stato maggiore delle forze operative terrestri. Il servizio è durato poco visto che ieri l’ufficio del personale della Difesa gli ha notificato la sospensione come disposto dal Ministro della Difesa. La “punizione” durerà 11 mesi “con conseguente uguale detrazione di anzianità e dimezzamento dello stipendio”. Contro il provvedimento, il legale ha annunciato “immediato ricorso al Tar Lazio”, con richiesta di sospensiva. Il provvedimento infatti è molto grave: si tratta di una sanzione “di stato”, che per legge può andare da 1 a 12 mesi di sospensione. A Vannacci è stato quindi riservato poco meno del massimo della “pena”.

Di cosa è accusato il generale

L’Esercito in sostanza accusa il generale di aver dimostrato “carenza del senso di responsabilità“e di aver determinato una “lesione al principio di neutralità/terzietà della Forza Armata”, compromettendo così “il prestigio e la reputazione dell’Amministrazione di appartenenza e ingenerando possibili effetti emulativi dirompenti e divisivi nell’ambito della compagine militare”.

Vannacci e il legale sono convinti che il generale avesse diritto alla libera manifestazione del pensiero. Come tutti i cittadini. “Dopo l’apertura del procedimento disciplinare – aggiunge l’avvocato Carta raggiunto al telefono da Nicolaporro.it – si sapeva che questo sarebbe dovuto esitare in qualcosa. Poteva finire bene o male. Ma adesso inizia la difesa vera e propria, già a partire dal ricorso al Tar”. Se lo aspettava? “No, ho una visione giuridica diversa sul caso”. Il generale ha scelto tuttavia di non entrare nel merito delle accuse, sia in campo penale che in quello disciplinare, per non alimentare polemiche. Per quanto riguarda le indagini penali, infatti, i legali non hanno ancora ricevuto neppure uno straccio di avviso di conclusione indagine.

Salvini sta con Vannacci

Il generale, come noto, è in odore di candidatura con la Lega. Il primo a prendere le sue difese, come già successo alla pubblicazione delle notizie sulle indagini penali, è Matteo Salvini: “Un’inchiesta al giorno, siamo al ridicolo – dice il vicepremier – quanta paura fa il Generale? Viva la libertà di pensiero, viva le Forze armate e le Forze dell’ordine. Viva gli uomini e le donne che ogni giorno difendono l’onore, la libertà e la sicurezza degli italiani”.

Piccolo appunto: il ministro ad aver avviato il procedimento disciplinare su Vannacci siede allo stesso Consiglio dei ministri del vicepremier leghista. Dopo la pubblicazione del libro, il capo di Stato maggiore dell’Esercito, Pietro Serino, aveva fatto svolgere un’indagine sommaria sui fatti che era andata avanti dal 18 agosto al 16 ottobre. Alla conclusione delle analisi, la Difesa aveva proposto a Guido Crosetto di dare il “La” all’inchiesta disciplinare vera e propria. “Sulla base della relazione della Direzione generale del personale militare – spiegò a dicembre il ministro – ho accolto la sua richiesta, nominando contestualmente l’Ufficiale inquirente, il generale Mauro D’Ubaldi”. Formalità, certo. Ma anche sostanza. Crosetto, appena uscite le notizie di stampa sul libro, aveva infatti definito “farneticazioni personali” le opinioni espresse dal generale, accusate di “screditare l’Esercito, la Difesa e la Costituzione”. Dando così il via a uno “scontro” tutto interno al governo tra ministro di Fdi, contrariato da Vannacci, e la Lega, che invece intende candidarlo alle Europee.

Articolo in aggiornamento

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