Il giornale di sinistra elogia la Meloni

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Non sarà un innamoramento, però un cambio di visione sì. Se qualche mese fa Le Monde, storico giornale della sinistra francese, lanciava l’allarme “sull’assalto alla cultura” da parte del governo italiano, adesso elogia la strategia meloniana in Africa. Dopo un anno di difficoltà non indifferenti, con gli sbarchi in aumento e migliaia di persone da ospitare, adesso infatti il flusso sembra essersi rallentato mentre Giorgia Meloni porta avanti la strategia dell’ormai famoso “Piano Mattei“. Con tanto di accordi con la Tunisia, benedetti dall’Ue, per frenare le partenze.

In un lungo articolo dedicato al piano africano della Meloni, Le Monde segnala come l’Italia stia puntando a frenare l’immigrazione illegale gestita dai trafficanti di esseri umani. Il Piano Mattei verrà svelato in questi giorni a Roma in un incontro a cui parteciperanno 26 capi di Stato e di governo africani, un modo per coinvolgere i Paesi interessanti dalle rotte migratorie e non procedere con quello che il premier ha sempre definito un approccio “predatorio” nei confronti dell’Africa. La strategia dovrebbe prevedere investimenti fino a 4 miliardi in cinque o sette anni, risorse pubbliche ma anche private, oltre alla costruzioni di hotspot per migranti nel Continente Nero, pagati e controllati anche dall’Ue. In vista delle elezioni Europee, infatti, Meloni ha già fatto sapere che per ottenere l’appoggio italiano la nuova Commissione dovrà far suo il progetto italiano per l’Africa. “Sembra chiara l’aspirazione dell’esecutivo ovvero puntare a una maggiore influenza nell’area del mediterraneo e non solo. Il Piano Mattei sarà quindi un banco di prova per l’Italia e per l’Europa”, ha riconosciuto ad Euronews Giampaolo Silvestri, segretario generale della “Fondazione AVSI” che opera in oltre 40 Paesi africani.

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Ma non è solo questione di contingenza. O di strategia a breve termine. “Per Giorgia Meloni – riconosce Le Monde – l’Africa è più di una priorità, è una vocazione”. A differenza della Francia, “che sta indietreggiando sul continente”, Roma “che pensa di godere di un’immagine intatta, è contenta di scappare dalle accuse di neocolonialismo e si posiziona come facilitatrice delle relazioni euro-africane”. L’idea sarebbe quella di diventare “un ponte tra due continenti” ma in modo diverso rispetto al passato: non un porto di primo sbarco per chiunque tenti di approdare in Europa senza permesso e neppure l’ennesimo sfruttamento da parte dei Paesi occidentali delle risorse africane. L’obiettivo è quello di costruire un nuovo partenariato tra Belpaese e Africa, tema che sarà al centro anche dei lavori del G7 a presidenza italiana.

Le Monde scrive che “la famiglia politica del presidente del Consiglio è percorsa da una vena terzomondista, particolarmente potente nelle organizzazioni giovani delle quali faceva parte quando ha effettuato un viaggio umanitario fondativo nel Sahara occidentale”. Nel 2019, i francesi lo ricorderanno bene, Meloni accusò la Francia di praticare una sorta di colonialismo monetario ai danni degli africani brandendo una banconota da 10mila franchi Cfa in televisione. “La soluzione non è prendere gli africani e spostarli in Europa – diceva a quel tempo l’attuale premier – ma liberare l’Africa da certi europei che la sfruttano e consentire a queste persone di vivere di quello che hanno”.

Franco Lodige, 27 gennaio 2023

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