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Il Giorno del Ricordo che nessuno ricorda

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Toni Concina è sempre stato un grande comunicatore e da par suo ricorda ciò che in molti hanno dimenticato e che proprio oggi vorremmo ricordare: la storia dei nostri esuli dalmati, giuliani e fiumani. Ecco il suo contributo.

Per gli esuli fiumani, giuliani e dalmati sta finendo la stagione dei ricordi e della nostalgia.
Inesorabilmente se ne sta andando la generazione degli ultimi nati nelle terre del confine orientale, perdute dopo il Trattato di Pace di Parigi del 1947. Generazione della quale faccio parte anche io, nato a Zara ormai secoli fa…

Il faticoso obiettivo è quello di raccontare alle generazioni successive alle nostre la storia dei loro genitori, nonni, avi. Storia che negli ultimi sessant’anni era stata messa in un angolo, mai insegnata e nemmeno ricordata ai nostri ragazzi nelle scuole, fino alla legge del 30 marzo 2004, n. 92, con l’istituzione del Giorno del Ricordo (10 febbraio di ogni anno), giorno della firma dell’infausto Trattato di Pace, alla fine della Seconda Guerra mondiale, che ha tolto un po’ di polvere dai dolorosi avvenimenti degli anni quaranta.

Si parla molto di foibe, vicenda infame, che ha colpito migliaia di persone spesso innocenti.
Si parla molto di foibe, ma non è questo l’argomento che noialtri “veci” vogliamo sollevare e ricordare. Le foibe sono un terribile, selvaggio, crudele delitto, che peserà per sempre nei cuori e nelle anime degli assassini. Ma il delitto più grande, più spregevole, è quello di aver costretto 350.000 persone ad abbandonare le loro case, dove per secoli avevano vissuto laboriosamente, sotto il lunghissimo dominio di Venezia e successivamente dell’Impero Austro-Ungarico e del Regno d’Italia. E dove ogni pietra parlava italiano.

Laboriosamente e pacificamente, con i fatali contrasti delle terre di confine, dove le maggioranze pacifiche sono spesso sopraffatte da manipoli di delinquenti esaltati e di balordi, spesso ammantati di improbabili ideologie politiche. Ma questa è storia di tutti i giorni.
Ecco perché per noi “veci” il Giorno del Ricordo rappresenta uno sforzo terribile per recuperare le memorie culturali delle nostre terre, provando a dialogare con croati e sloveni, finalmente con qualche confortante successo. Proprio in questi giorni, a Fiume, sta iniziando una commovente iniziativa per utilizzare il bilinguismo nelle strade, sugli autobus, sui palazzi della città.
Le tragedie non vanno dimenticate, certo. E il contributo di Simone Cristicchi (col suo “Magazzino 18”) e del recente film “Red Land” sul calvario di Norma Cossetto sono fondamentali. Per non dimenticare.

Ma le tragedie vanno metabolizzate e superate. È quello che proviamo a fare nel Giorno del Ricordo, girando per le Scuole e per le piazze, parlando di Fiume, di Pola di Zara. Felici e gratificati se vediamo finalmente qualche sguardo assorto e perfino commosso.
Per questo rendiamo onore e siamo grati al Presidente Mattarella, che vuole dare personalmente alla nostra giornata il valore del suo alto riconoscimento. Grati a lui e a tutti quelli che si soffermeranno per un minuto a riflettere sulla pulizia etnica effettuata nelle nostre terre, pesante macigno per tutti quelli che negli anni scorsi lo hanno voluto colpevolmente dimenticare.

Toni Concina, 10 febbraio 2019