Nuovo scontro tra politica e magistratura. Un altro giudice che mette a dura prova la strategia del governo contro l’immigrazione clandestina.
Il caso di Catania
A Catania una toga non ha convalidato il trattenimento di un migrante proveniente dall’Egitto: il giovane era sbarcato a Pozzallo e, dopo l’identificazione, per lui era stato disposto dal Questore il trattenimento sulla base della provenienza da un “Paese Sicuro”. Il giudice però non lo ha convalidato. Per la toga, infatti, la lista trasformata in decreto-legge dal governo lo scorso 21 ottobre per aggirare le sentenze del tribunale di Roma contro i migranti portati in Albania “non esime il giudice all’obbligo di una verifica della compatibilità con il diritto dell’Unione europea”.
Addirittura, stando a quanto riporta Repubblica, il giudice catanese non ritiene neppure opportuno chiedere un parere alla Corte di Giustizia Ue, come fatto dai Tribunale di Bologna, sostenendo che è compito del giudice decidere se un Paese è sicuro o meno. E l’Egitto “ci sono gravi violazioni dei diritti umani” che “investono le libertà di un ordinamento democratico”.
Il Pd attacca il governo
“Oggi con una lunga sentenza, ineccepibile dal punto di vista giuridico, il tribunale di Catania disapplica il decreto Paesi sicuri, nel respingere la convalida di un richiedente asilo egiziano. Una sentenza chiarissima che indugia a sviluppare pedissequamente tutti i passaggi delle normative applicabili e di grande ausilio a quanti, dalle parti del governo, troppo frettolosamente, ad essere ottimisti, hanno consultato il corpus giuridico e hanno pensato di superarlo con un decreto legge”, afferma in una nota il senatore Antonio Nicita, vicepresidente del gruppo Pd a palazzo Madama. “Appaiono platealmente evidenti la correttezza della disapplicazione del decreto, la irrilevanza del parere della Corte di giustizia in presenza di palese applicazione, la conseguente non convalida del fermo del cittadino egiziano. Quanti altri decreti destinati al fallimento produrrà il governo?”. Ribatte a stretto giro Maurizio Gasparri (Fi): “Arriva puntuale un’altra decisione sorprendente da un giudice di Catania. Nessun Paese è sicuro, nemmeno forse la città di Catania, che ha magistrati di questo genere. Assisto esterrefatto al continuo uso politico della giustizia con modalità tali che usurpano le competenze del potere legislativo e del potere esecutivo. La magistratura in questo Paese è diventato un problema davvero serio”.
Il rinvio del tribunale di Roma
Intanto, oltre ai giudici di Catania anche il Tribunale di Roma ha rinviato alla Corte di Giustizia Europea il decreto che ha “elevato” a legge dello Stato la lista di Paesi sicuri. La corte romana ha accolto il ricorso contro la Commissione territoriale presentato da uno dei 12 migranti che erano stati portati in Albania, e poi riportati indietro, a cui era stato negato l’asilo.
Riprendono i trasferimenti in Albania
Intanto la nave Libra è già al largo e sta effettuando i primi trasbordi di migranti destinati a finire in Albania. Le condizioni del mare sono buone, quindi sono previsti altri arrivi di barconi. L’idea del ministero sarebbe quella di raggiungere un numero di circa 30 o 40 immigrati “non vulnerabili” da dirottare verso i centri albanesi. “Appena ci saranno le condizioni logistiche e saranno intercettati i migranti – ha detto il ministro Piantedosi – ci sarà il pre-screening di eventuali persone che possono essere trasferite in Albania”. Il governo è convinto di poter superare l’opposizione dei giudici: “Se non lo fossi stato non l’avremmo fatto”, ha detto il ministro. Ma se il buongiorno si vede dal mattino…
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