L’udienza dei giudici inglesi per stabilire il futuro del caso della piccola Indi Gregory, ha avuto luogo come previsto oggi. La questione fondamentale della sessione era se la giurisdizione del caso resterà alla Gran Bretagna o passerà all’Italia come richiesto dai legali italiani della famiglia. L’udienza è iniziata alle 13 ed è stata interrotta intorno alle 14.30 per poi riprendere alle 15 italiane. Poi intorno alle 18 la sentenza: “Appello rifiutato – fanno sapere i legali – deadline a lunedì. Nel frattempo lavoriamo ad altri percorsi”.
Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, e l’avvocato Simone Pillon, che stanno seguendo gli sviluppi del lato italiano della vicenda, sono in stretto contatto con i legali inglesi e la famiglia della piccola di 8 mesi affetta da una gravissima patologia mitocondriale. “Il primo ministro italiano, Giorgia Meloni, ha scritto urgentemente al Lord Cancelliere e segretario di Stato per la Giustizia del Regno Unito, chiedendo che i due Paesi collaborino ufficialmente per facilitare il trasferimento di Indi a Roma ai sensi della Convenzione dell’Aia”, ha fatto sapere Christian Concern, l’organizzazione britannica che sta aiutando la famiglia. “Il premier Meloni ha scritto ad Alex Chalk illustrando la richiesta urgente presentata ieri”.
Il caso Indi Gregory, il neonato britannico di 8 mesi affetto da una grave patologia mitocondriale, ha attirato l’attenzione della comunità internazionale. Nonostante la decisione presa dai medici del Queen’s Medical Centre di Nottingham e dai giudici britannici di staccare la spina alla bambina, i genitori Dean Gregory e Claire Staniforth non hanno perso la speranza. Ieri scadeva “l’ultimatum” posto dal giudice, ma alla fine – a fronte del ricorso dei legali della famiglia – la decisione finale è stata rinviata di 24 ore, dando ai genitori il tempo di chiedere il trasferimento della figlia a Roma, dove l’ospedale Bambino Gesù è pronto ad accoglierla.
Con l’atto di concessione della cittadinanza italiana a Indi Gregory da parte del governo Meloni, i legali della famiglia stanno cercando di trasferire la giurisdizione del caso all’autorità italiana. Questa iniziativa è stata lanciata a seguito della richiesta fatta dai familiari di Indi Gregory al console italiano a Manchester, Matteo Corradini. Infatti, il console italiano in qualità di giudice tutelare ha emesso un provvedimento d’urgenza per stabilire il piano terapeutico secondo le indicazioni dell’ospedale Bambin Gesù e avviare la procedura per portare la piccola a Roma.
Dopo una giornata piena di emozioni e di cambiamenti, la data per la sospensione del trattamento medico che tiene Indi in vita è stata posticipata. Il padre Dean Gregory, che si è rivolto ai media italiani con un appello disperato, esprimendo la sua preoccupazione e il suo disagio per la decisione dei medici di staccare la spina alla figlia, ha ringraziato calorosamente il console italiano a Manchester, il governo, il Presidente e il popolo italiano, definendoli “l’angelo custode per Indi”.
“Se non vale la pena fare queste battaglie, per cosa vale la pena farne e impegnarsi? – ha risposto in qualche modo, oggi, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano – Abbiamo visto tutti il video della piccola Indi mentre stringe con la sua manina il dito della persona che ha davanti: è viva, reagisce, è vitale, non è un tronco. Certo è una grave disabile, che ha una grave malattia molto seria che merita però di essere curata e non stroncata staccando le macchine. Non so chi ha parlato di accanimento terapeutico quali dati avesse per una valutazione di questo tipo, la nostra valutazione è che ogni vita umana deve essere posta al centro dell’attenzione di tutti”.
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