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Fine emergenza mai

Il governo ammette: “Mascherine a scuola? Non è scelta scientifica”

Il sottosegretario alla Salute Costa svela i veri obiettivi del governo sulle norme Covid per gli studenti

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Sebbene per chi, come noi aperturisti, contesta da sempre l’obbligo massivo delle mascherine, ciò che ha dichiarato in merito il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, rappresenta la classica scoperta dell’acqua calda: “L’obbligo di mascherina a scuola non credo sia una scelta prettamente scientifica, ma è più un’interpretazione politica”. L’esponente di Noi con l’Italia ha poi aggiunto, in una intervista rilasciata a RaiNews24, che “l’obiettivo del governo, che non si può fallire, è ricominciare l’anno in presenza e senza mascherina.”

Ora, senza voler sminuire troppo la incoraggiante presa di posizione del politico ligure, occorre sempre ricordare che sin dall’inizio di una pandemia a bassa letalità relativa, la quale ha tuttavia demolito molte delle garanzie costituzionali che consideravamo intoccabili, nei Paesi in cui la mascherina non è stata imposta o è stata imposta in modo assai limitato, i dati relativi al Covid-19 si sono rivelati migliori rispetto a quelli italiani, su tutti il caso emblematico della Svezia, la quale ha registrato nel biennio 2020/2021 un eccesso di mortalità tra i più bassi d’Europa.

Sta di fatto che persino Barbara Floridia, senatrice del Movimento 5 Stelle e sottosegretaria alla Pubblica istruzione, si schiera senza mezze misure con la posizione di Costa: “Le scuole si sono dimostrate – nei mesi difficili che ci stiamo lasciando alle spalle – luoghi sicuri, soprattutto grazie alla capacità della comunità scolastica di attenersi alle regole. Fermo restando che la decisione finale spetta al ministero della salute ed alle autorità sanitarie, ritengo sia il momento che anche a scuola si possa accedere senza mascherine e fruire liberamente di tutti gli spazi di cui i nostri ragazzi sono stati privati”.

Anche il presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma, Mario Rusconi, invoca l’uscita dal tunnel del bavaglio scolastico sostenendo che “agli esami di terza media e di maturità potrebbe benissimo essere abolito l’obbligo di mascherina: d’altra parte vedo che si consente che ci siano anche 100 mila tifosi ammassati al Circo Massimo per ore senza alcun obbligo”. Ma lo stesso Ministero della Pubblica Istruzione non ci sta e gela tutti con un comunicato in stile “soviet supremo”: “Fino alla conclusione dell’anno scolastico nelle scuole (…) è fatto obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie. E da qui, per ora, non ci si sposta. Non ci sono i tempi tecnici per modificare la legge attualmente in vigore che prevede l’obbligo delle mascherine fino alla fine dell’anno scolastico”.

Ed in questo surreale circo in cui è in gioco da oltre due anni la libertà e la salute psico-fisica dei nostri figli, schiacciati da misure coercitive sempre più incomprensibili, un tocco di ridicolaggine la offre la Cisl scuola, verticale di un sindacato da sempre molto forte nel pubblico impiego. Così infatti si esprime la segretaria Ivana Barbacci: “Mantenere o togliere le mascherine agli esami di terza media e di maturità? Vogliamo che si esprimano le autorità sanitarie, la mascherina non è un accessorio, ma un dispositivo che è servito durante l’emergenza per evitare la diffusione del virus. Vogliamo che per gli esami e per l’avvio del nuovo anno si esprimano le autorità sanitarie sulla base delle valutazioni in ordine alle condizioni di diffusione della pandemia”. Ponzio Pilato non avrebbe saputo dire o fare -cioè nulla o nihil- di meglio.

Claudio Romiti, 28 maggio 2022