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Il governo dei padreterni - Seconda parte

Lo Stato si è fatto Chiesa e il potere temporale ha mangiato il potere spirituale

Questi sono i mali del governo dei padreterni, come si esprimeva Einaudi, ossia di quei governi che tralasciano le cose di loro competenza e si dedicano alle cose impossibili generando così mostruosità. Si ritiene che la libertà sia piacere, arbitrio, benessere mentre è prima di tutto dovere, lotta, fatica con cui si ottengono a volte benessere, ristoro, pace. L’idea che ognuno di noi debba fare il proprio dovere e che il resto appartiene agli deì o alla vecchia cara provvidenza cristiana è stata del tutto rimossa e si preferisce credere all’idolo della soluzione definitiva. Ma è proprio questo il male assoluto – la hybris, la tracotanza – dal quale guardarsi. Il vecchio filosofo, Croce –  perché la filosofia pur serve a qualcosa, eccome se serve – lo diceva con queste parole mirabili: “Qual uomo, del resto, per sicuro che si senta dell’alta sua capacità intellettuale e politica, o per superbo concetto che nutra di se stesso, qual uomo che non sia folle, accetterebbe di decidere, se un Dio gliele ponesse tra le mani, le sorti del mondo, arrogandosi di regolarle con tal criterio che invano poi cercherebbe nella sua mente, perché l’unico criterio in questo caso è il processo delle cose stesse?”.

Il governo dei padreterni si è arrogato questo potere e non vedendo che libertà e umanità sono la medesima cosa sta mortificando l’umanità già sofferente di suo.

Giancristiano Desiderio, 29 aprile 2020

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