La risacca in atto trascina all’indietro tutto ciò che quell’onda eccitava e il governo deve agire diversamente da come ha proceduto finora nella inesorabile divaricazione tra il dire e il fare. Il premier Conte ha confuso l’iniezione di liquidità con l’eccesso di loquacità in versione affabulatoria, ma le parole non sono commestibili e non concedono quel respiro di cui il sistema produttivo ha indilazionabile bisogno per evitare l’asfissia. Il decreto “aprile” ancora non ha visto la luce e per coerenza almeno di calendario, essendo maggio inoltrato, è stato ribattezzato decreto “rilancio”, ma considerando i precedenti provvedimenti non coltiviamo aspettative esuberanti che sarebbero destinate a cocenti delusioni.
Andrea Amata, Il Tempo 10 maggio 2020