Il governo ha deciso di pubblicare i documenti del Comitato tecnico-scientifico, contro la cui diffusione s’era apposta l’Avvocatura dello Stato, adducendo addirittura motivazioni di ordine pubblico. A ragion veduta: dal verbale del 7 marzo, s’è scoperto che gli scienziati volevano chiusure differenziate e che avrebbero lasciato in attività negozianti, bar e ristoranti anche nelle zone rosse. Il governo, invece, ha optato per il lockdown totale e generalizzato. Una scelta che ha ammazzato l’economia e che, peraltro, non ha impedito che il virus si diffondesse al Sud (verso il quale masse di fuori sede erano scappate proprio sulla scia delle indiscrezioni sulla serata della Lombardia).
Peraltro, molti documenti rimangono segreti e non ce n’è nemmeno uno che si occupi del tema della zona rossa nella Regione che, in seguito, si sarebbe rivelata la più drammaticamente colpita dall’epidemia. Insomma, l’esecutivo di Giuseppe Conte vuole apparire benevolo e trasparente, ma la sua è soltanto l’ennesima farsa.
Alessandro Rico, 6 agosto 2020