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Il governo vieta la carne sintetica

La mossa dell’esecutivo Meloni: stop a produzione e commercializzazione di alimenti sintetici. Il ruolo delle lobby della carne in 3d

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La battaglia contro la carne sintetica parte da un decreto, quello che il ministro per l’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha redatto in bozza e che porterà oggi in Consiglio dei Ministri. Si tratta di un regolamento che blocca la produzione e la commercializzazione in Italia di alimenti e mangimi sintetici. Detto in altre parole: niente bistecche stampate in 3D né diavolerie simili.

La battaglia parte da lontano e riguarda non solo gli hamburger prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivati da animali vertebrati. Riguarda anche la farina di grillo e tutte le altre innovazioni che l’Europa ha ammesso nelle tavole dell’Unione , come le larve e le locuste. Quattro decreti interministeriali nei giorni scorsi hanno regolamentato la vendita in Italia di questi prodotti: potranno essere venduti nei supermercati, ma dovranno avere uno scaffali dedicato e soprattutto essere indicati in etichetta anche se l’ingrediente non è presente al livello massimo previsto. L’obiettivo è quello di evitare “l’utilizzazione indiscriminata e possibili frodi”, ma anche di garantire al consumatore tutte le informazioni necessarie. I decreti attendono la richiesta della Commissione, poi si vedrà se e come verranno applicati.

Oggi invece è il turno del cibo sintetico. Stando a quanto trapela, nel ddl presentato da Lollobrigida ci sono divieti di commercializzazione di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti di animali. Non potranno essere usati né per stampare bistecche né per produrre bevande o mangimi. Per chi sgarra, e tenta di vendere, importare o produrre cibi sintetici, sono previste sanzioni da 10mila fino a 60mila euro. Alle multe si aggiunge inoltre “la confisca del prodotto illecito” e il “divieto di accesso a contributi, finanziamenti o agevolazioni o altre erogazioni dello stesso tipo” da parte dello Stato “per un periodo minimo di un anno e fino al massimo di tre anni, nonché la chiusura dello stabilimento di produzione, per lo stesso periodo”.

Esulta ovviamente Coldiretti visto che lo schema di decreto raccoglie una petizione promossa proprio dal presidente Ettore Prandini insieme a Campagna Amica, World Farmers Markets Coalition, World Farmers Organization, Farm Europe e Filiera Italia. “Ringraziamo il Governo per aver accolto il nostro appello a fermare una pericolosa deriva che mette a rischio il futuro della cultura alimentare nazionale, delle campagne e dei pascoli e dell’intera filiera del cibo Made in Italy e la stessa democrazia economica – dice Prandini – le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione. La verità è che non si tratta di carne ma di un prodotto sintetico e ingegnerizzato, che non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali”.

Per approfondire

Di cosa si tratta era stato mostrato molto bene in un servizio di Quarta Repubblica di qualche settimana fa. Laboratori fantascientifici producono carne partendo da alghe, piselli, cellule animali coltivate in provetta. Prodotti già commestibili secondo la FDA americana, realizzati col supporto di potenti lobby e che cercheranno di fare concorrenza all’allevamento di mucche, maiali e polli magari con la solita scusa del green. Dietro l’approdo sulle tavole europee di grilli e carne sintetica, infatti, ci sono anche motivazioni ecologiche. I fan dell’ambientalismo ritengono che la carne “naturale” e gli allevamenti inquinino troppo a causa delle emissioni di metano da parte delle bestie. Quindi, meglio coltivare tutto in un laboratorio scientifico. E tanti saluti al panino con la salamella.