Per Fabio Fazio uno può provare solo invidia. Inutile nasconderlo: quando fai baracca e burattini, lasci la Rai, ti accasi a Discovery per una decina di milioni di euro e riesci pure a passare per martire… beh: allora hai fatto centro.
Il conduttore di Che tempo che fa, che si appresta a realizzare le ultime due puntate sulla tv pubblica per poi traslocare nell’emittente privata, da un paio di giorni è al centro di dibattiti, corsivi, lamentele e piagnistei della combriccola rimasta orfana del cantore del progressismo mainstream, conformista, politicamente e ambientalmente corretto. Ma di bufale sulla vicenda se ne sono dette e scritte a bizzeffe. Primo: Fazio non è stato cacciato dalla “nuova Rai meloniana”, come scrive qualcuno. Se ne è andato di sua spontanea volontà, spiattellando l’addio ai quattro venti, proprio nei giorni del cambio della guardia. A non rinnovare per tempo il suo contratto, tuttavia, non è stato l’entrante Roberto Sergio bensì l’ex ad Carlo Fuortes, messo lì dall’allora governo Draghi e non certo un meloniano di ferro. Dicono i retroscena pubblicati sui giornali, in particolare su Libero e ilFoglio, che Fabietto fosse in trattativa con Discovery “da settimane”, addirittura “da gennaio”, quando cioè avrebbe capito che a viale Mazzini non c’era trippa per gatti e che, se fosse rimasto, avrebbero ridotto il suo show togliendogli le interviste politiche.
Seconda castroneria: Fazio è una vittima. Magari tutti potessero fare il capro espiatorio strappando un contratto da 2,5 milioni di euro. Secondo il Corriere della Sera, ma non solo, sarebbe infatti questa la cifra che il conduttore sarebbe riuscito a firmare per prendersi uno spazio sul Nove: quattro anni di matrimonio, per un totale di 10 milioni di euro. Spicciolo più, spicciolo meno. Non che Fabio in Rai prendesse molto meno: benché la cifra sia sempre stata coperta dal massimo riserbo, il Corsera parla di 2,2 milioni di euro mentre altri abbassano la cifra tra gli 1,6 e gli 1,9 milioni all’anno. Insomma: la vittima Fazio passa ad un’emittente privata, prima ancora di discutere una sua possibile permanenza in Rai con la nuova dirigenza, per incassare fior fior di quattrini in più. Se glieli hanno proposti, evidentemente se li merita. E se avesse rifiutato l’avremmo preso per scemo. Quindi: beato lui. Ma tutti questi piagnistei anche no.
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Articolo aggiornato alle 15.00