Rassegna Stampa del Cameo

“Il grande gioco” di Di Maio e di Salvini

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“Il grande gioco”, nell’accezione del capolavoro di Peter Hopkirk, per far nascere il governo sta diventando, almeno per me, spettatore emotivamente non coinvolto, divertissement allo stato puro. Il 4 marzo gli elettori sono stati spietati (Oscar alla miglior analisi politica: Giorgio Napolitano. Oscar faccia di bronzo politica: Giorgio Napolitano).

Gli elettori hanno:

a) demolito Matteo Renzi e la Sinistra in blocco;

b) invitato a togliere il disturbo a Silvio Berlusconi e ai moderati di ogni specie;

c) bocciato le élite e l’establishment per carenza di visione e manifesta inettitudine.

Questi hanno passato tre settimane facendo battute da muscadins: autocritica zero, idee zero, aggrappati all’anatra zoppa Angela Merkel e al bonapartista Emmanuel Macron nella speranza che offrano loro una scialuppa anti governo. Noi delle tv e dei giornali siamo rimasti spiazzati, così gli editori in attesa di capire dove stava andando il mainstream. Così la qualità delle nostre analisi si è fatta via via più barocca, aggrappati come siamo a un sogno europeo in crisi esistenziale.

In certe giornate mi pareva di essere immerso nell’atmosfera del viaggio senza speranza di Cormac McCarthy. Ricordate? Il padre e il figlio, con il loro carrello che fu di un supermercato con quattro cose essenziali e con una pistola per difendersi dai briganti, camminano in una strada devastata di un mondo ridotto in cenere, senza neppure una bava di vento, diretti verso l’oceano e verso il sole.

Esagero? Forse sì. Un lettore mi ha scritto, severo “Lei fa parte delle élite, perché gioca a sobillare la rivoluzione? È annoiato?” Gli ho risposto “Compito delle élite, degne di questo nome, non è sobillare ma interpretare in anticipo il livello di disagio che percorre sotterraneamente la società, per evitare di finire nella macchina tritasassi che travolse, per esempio Luigi XVI”.

Il grande gioco ormai è fra Luigi Di MaioMatteo Salvini, Giorgia Meloni. Temo che il ruolo del Presidente Sergio Mattarella si farà via via più notarile, le opzioni ormai mancano, la moral suasion non ha più spazio di manovra, i tre dioscuri sono consapevoli della tenaglia nella quale si trovano: spinti dagli elettori, respinti dagli apparati di potere, europei in primis. Per loro una partita mortale.

In base a un mio studio da hobbista dell’analisi giornalistica, basata sui loro discorsi, sui loro linguaggi, sui loro obiettivi dichiarati o impliciti, su segnali deboli di varia natura che evidenziano la psicodinamica dei comportamenti organizzativi, sono giunto a una prima conclusione. Salvini ha fatto la prima mossa, rischiando di bruciarsi ma bruciando al contempo tutte le subordinate sue ma anche di Di Maio Berlusconi, con Mattarella semplice spettatore.

Ormai nessuno di loro può giocare sulla terza sponda (Pd ed establishment) perché lascerebbe all’altro il vantaggio dell’opposizione dura e pura a un anno dalle elezioni europee. Non credo neppure alle elezioni anticipate, sarebbero imbarazzanti per tutti, stante la tensione che percorre  l’elettorato. Anestetizzati quelli che hanno passato la vita ripetendo il ritornello “lo vuole l’Europa”, devono trovare qualcosa di più credibile dello spread e delle sentenze di Mario Draghi (il confine fra oracolo e ridicolo è sempre più sottile).

I tre dioscuri hanno una sola opzione, di cui ho già parlato alcuni Camei fa: proporre loro la grande ammucchiata con tutti dentro (è importante per molti motivi), guidata con pugno di ferro da loro tre, avvalendosi, se non vogliono esporsi di persona, di un premier di alto profilo intellettuale e morale, di garanzia sì, ma garanzia per loro.

Certo, devono avere un programma di governo chiarissimo su pochi temi e sul chi fa che cosa, massima lealtà reciproca, massimo rispetto formale verso l’Europa, al contempo non cedere neppure un grammo di sovranità e fare l’interesse del paese, come fanno francesi e tedeschi. E ricondurre tutto al tema primario del lavoro, l’unica cosa che interessa al reciproco elettorato, e pure priorità per l’80% degli italiani. Per essere chiaro, intendo un governo politico centro destra-M5s, a durata illimitata, mascherato da governo di salute pubblica.

Cinque anni insieme, una legge elettorale come questa ma con premio di maggioranza, poi ognuno per la sua strada, e alternanza stile paesi anglosassoni. Sarete all’altezza del compito? Vedremo.

Riccardo Ruggeri, 25 marzo 2018

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