di Paolo Becchi e Mario Menichella
Tutti pensano che il Green Pass abbia permesso all’Italia di aumentare il numero dei vaccinati. Ma come vedremo – dati alla mano – non pare affatto essere così, e il lettore stesso potrà constatarlo. In Europa, il Green Pass è entrato in vigore il 1° luglio del 2021, ma per i suoi ideatori il suo impiego riguardava gli spostamenti tra Paesi diversi, avendo come fine di potersi muovere liberamente nell’Unione Europea senza obbligo di quarantena [1]. Esso prende il nome di “Eu Digital Covid Certificate”. L’Italia, invece, si è fin da subito portata avanti rispetto al resto d’Europa introducendo il Green Pass già nel decreto anti-Covid del 22 aprile 2021. Il Green Pass italiano era necessario, a partire dal 15 giugno, per potersi spostare fra regioni in fascia arancione o rossa, ma anche per partecipare a feste o ad eventi.
Dal 6 agosto, nel nostro Paese il Green Pass è necessario in zona bianca e gialla per l’accesso a eventi sportivi, fiere, congressi, musei, parchi tematici e di divertimento, centri termali, sale bingo e casinò, teatri, cinema, concerti, concorsi pubblici. Ma anche per sedersi ai tavoli al chiuso di bar e ristoranti (non è invece necessario per consumare al bancone e neppure all’aperto), ed in piscine, palestre, sport di squadra, centri benessere, limitatamente alle attività al chiuso [2]. Infine, dal 15 ottobre, il Green Pass è obbligatorio per accedere ai luoghi di lavoro: una norma che vale per tutti: dipendenti della Pubblica Amministrazione e di Aziende private, ma anche lavoratori autonomi, personale di mense e asili nido aziendali, nonché lavoratori domestici come colf o baby sitter.
Per capire se la scommessa fatta dal governo si sia rivelata vincente o meno, andiamo a vedere il grafico che mostra la curva delle prime dosi giornaliere somministrate in Italia dall’inizio della campagna vaccinale – sulla quale abbiamo individuato con estrema precisione le tre date appena menzionate relative all’introduzione del Green Pass nel nostro Paese – e scopriamo due cose interessanti.
Le dosi giornaliere somministrate in Italia dall’inizio della campagna vaccinale. Quelle che ci interessano ai fini del nostro discorso sono le prime dosi, indicate dalla curva gialla. (fonte: Il Sole 24 Ore)
Un’analisi assai superficiale di questo tipo deve aver probabilmente illuso politici e sanitari della bontà della loro decisione, facendo loro credere che un risultato analogo – se non addirittura migliore – non potesse essere raggiunto lasciando invece ai cittadini la libera scelta, puntando sul fornire una informazione corretta e, soprattutto, sulla maturità delle persone, come avvenuto in molti Paesi. Tuttavia, un’analisi più approfondita della questione pare raccontare una verità molto diversa.
La Spagna non ha Green Pass: “benchmark” perfetto
Andiamo a vedere cosa è successo in un paese europeo che non ha introdotto il Green Pass, la Spagna, che è il paese più simile al nostro, essendo un paese latino sito praticamente alle nostre stesse latitudini e con la gente più o meno indolente come gli Italiani. In Spagna, infatti, il Green pass non è obbligatorio per accedere né al lavoro, né in palestra, a scuola, sui trasporti o nei bar e ristoranti, e neanche per il personale sociosanitario delle RSA [3].
Percentuale della popolazione pienamente vaccinata contro il Covid-19 in Spagna (fonte: Our World in Data)
Ebbene, come si vede dalla figura, nonostante l’assenza del Green Pass, l’80% degli spagnoli si era vaccinato alla data dell’11 novembre (data che prenderemo come riferimento per tutti i grafici seguenti). Inoltre, potete notare la caratteristica forma a “S”, simile alla forma della famosa “curva logistica” che descrive la crescita di una popolazione. In questo tipo di curva (in gergo, chiamata sigmoide), all’inizio la crescita è quasi esponenziale, ma successivamente rallenta, diventando quasi lineare, per raggiungere infine una posizione asintotica dove non c’è più crescita.
Orbene, confrontiamo ora questa curva – che per le ragioni suddette possiamo considerare il nostro benchmark, ovvero la nostra curva di riferimento – con quella relativa all’Italia, per vedere se le nostre autorità politiche e sanitarie hanno fatto meglio oppure peggio di quelle spagnole in termini di popolazione vaccinata, quando verso la fine di maggio, come testimonia ad esempio l’articolo [4], annunciarono l’introduzione del Green Pass, che sarebbe entrato in vigore di lì a poco.
Percentuale della popolazione pienamente vaccinata contro il Covid-19 in Spagna e in Italia a confronto. Una prima, amara, sorpresa. (fonte: Our World in Data)
Ebbene, alla fine di maggio (v. figura), le due curve – che fino ad allora avevano viaggiato perfettamente “a braccetto” fra loro – cominciano a separarsi in modo clamoroso per qualche ragione inspiegabile. Curiosamente, proprio in quei giorni i media in Italia cominciavano a parlare dell’introduzione del Green Pass a partire da metà mese. Naturalmente, qualcuno dirà che si tratta solo di una coincidenza, e che quindi non è una prova che il Green Pass non serve a convincere la popolazione a vaccinarsi.
Caso Francia: il Green Pass ha fatto “flop” (o floppè)
Proviamo ora a vedere, ad esempio, cosa è successo invece in Francia, dove dalla fine di aprile il Green Pass inizia a essere scaricabile sui cellulari ed è necessario per andare in Corsica o nei territori francesi all’estero [6]. Dal 21 luglio, per i nostri “cugini” d’Oltralpe il Green Pass è obbligatorio per l’accesso a bar, ristoranti, teatri, cinema, palestre e negozi [5].
Dal 9 agosto, le persone che vivono in Francia hanno bisogno di un Green Pass per partecipare a eventi con una capacità di oltre mille persone [11]; mentre, dal 30 agosto, il Green Pass è obbligatorio per i dipendenti che lavorano nei luoghi ed eventi a forte affluenza (come cinema, ristoranti, grandi centri commerciali, musei, biblioteche, impianti sportivi, festival, fiere, trasporti a lungo raggio) e per il personale sanitario e parasanitario, con sospensione del contratto di lavoro per i trasgressori [3].
Percentuale della popolazione pienamente vaccinata contro il Covid-19 in Spagna e in Francia a confronto. Ohibò, una seconda amara sorpresa. (fonte: Our World in Data)
Il pass sanitario francese per la Covid-19 è stato definito “un successo”, secondo il ministro della Sanità Olivier Véran. Ma, come possiamo vedere dalla figura, da quando, a fine aprile, è diventato scaricabile e necessario per andare in Corsica e negli altri territori francesi all’estero, la curva delle vaccinazioni francese e quella del nostro benchmark (la Spagna) si separano, per qualche motivo misterioso. Ed è già un’altra curiosa coincidenza. Ma non è che questi obblighi e questo tracciamento alla gente non piacciano? Naturalmente è solo un’ipotesi, che tuttavia sembra prendere progressivamente forza.
Subito dopo la prima introduzione del Green Pass in Francia, il 21 luglio, la curva francese comincia a separarsi in modo più ampio dalla curva spagnola, ed anche l’obbligo introdotto il 30 agosto non ha sortito effetti significativi. Se si guarda complessivamente le due curve, si vede che non solo l’introduzione del Green Pass in Francia non ha invertito nel complesso la tendenza in atto (si usi la curva spagnola come riferimento), ma dal 21 luglio al 30 agosto lo ha – semmai – accentuato.
Caso Germania: il Green Pass ha fatto “flop” (o gefloppt)
Vediamo ora invece cosa è successo in Germania, dove a giugno l’allora ministro della Sanità, Jens Spahn, annuncia che la Germania lancerà un certificato di immunità digitale “CovPass” entro la fine di giugno [7], rendendo più facile dimostrare in modo definitivo che una persona è stata completamente vaccinata. Le persone che lo avranno saranno esentate da molte restrizioni in Germania: in particolare di viaggio, qualcosa che è molto rilevante in tutta Europa prima del periodo delle vacanze estive.
Dal 23 agosto, la Germania ha (re)introdotto un sistema 2G e 3G [8, 10], creando una divisione tra persone testate (3G) e persone vaccinate o guarite (2G). L’ingresso ai luoghi pubblici è, in pratica, limitato se una persona non può fornire la verifica del proprio stato 2G o 3G. A Berlino, Brandeberg, Sassonia e Amburgo, gli imprenditori potevano consentire l’ingresso agli utenti 2G o 3G su base volontaria. Ciò includeva ristoranti, zoo, casinò, impianti sportivi e vari altri spazi ricreativi. Si noti che le persone vaccinate e guarite possono stare senza mascherina nei luoghi permessi solo ai 2G.
Più di recente, nei luoghi dove era obbligatoria la regola delle 3G (non molto dissimile dal nostro green pass), si è passati alla regola 3G plus [9]. Cosa cambia? Per ottenere il certificato verde – se non si è vaccinati o guariti – non basta più il tampone rapido ma serve obbligatoriamente il tampone molecolare. Questo riguarda, ad esempio, gli eventi sportivi o culturali. Nelle discoteche e nei locali notturni, invece, si valuta l’introduzione della regola delle 2G: in pratica, entra solo chi è vaccinato o guarito.
Percentuale della popolazione pienamente vaccinata contro il Covid-19 in Germania e in Spagna a confronto. Anche in Germania il Green Pass pare aver frenato la vaccinazione. (fonte: Our World in Data)
Come si vede dalla figura, curiosamente proprio dalla fine di giugno – quando viene lanciato il Green Pass tedesco – la curva delle vaccinazioni in quel paese si separa dal benchmark. E di certo le cose non vanno meglio dopo, a partire da fine agosto, quando viene reintrodotto il sistema 3G – 2G: il divario infatti si allarga. Naturalmente, ormai lo avete capito: si tratta sempre di una coincidenza, che (assolutamente per caso, come sicuramente sosterrà ancora qualcuno) pare verificarsi ogni volta che alla gente viene dato un senso di perdita della libertà. In questo caso, però la cosa è stata ancora più clamorosa perché la curva delle vaccinazioni tedesca, in precedenza, stava crescendo addirittura più rapidamente di quella spagnola, ovvero del benchmark senza Green Pass. Insomma, un disastro.
Caso Belgio: paese super vaccinato senza Green Pass
Dunque, per quanto abbiamo visto il Green Pass non pare avere portato alcuna fortuna ai grandi Paesi europei che l’hanno adottato. D’altra parte, la Spagna non è l’unico paese senza Green Pass ad avere ottenuto una ottima percentuale di vaccinazioni anti-Covid. Infatti, in Belgio il Green pass non è richiesto da nessuna parte, nemmeno nei trasporti [3]. Esiste soltanto l’obbligo della mascherina nei ristoranti, nei negozi e per chi lavora nel settore dell’accoglienza. L’unica cosa che gli somiglia è il “Covid safe ticket” (con cui si dimostra di essere vaccinati o guariti oppure testati, con esito negativo, con test molecolari) unicamente per gli eventi con oltre 1.500 persone. Il Covid Safe Ticket è stato esteso agli eventi indoor di 1.500 persone o più dal 1° settembre [11].
Dal 1° ottobre, però, i residenti di Bruxelles sono tenuti a mostrare il proprio pass sanitario nei bar, ristoranti e fitness club, nonché alle fiere per dimostrare di essere stati vaccinati o di essere risultati negativi di recente al Covid-19 [11]. Come si vede dalla figura, il Belgio ha raggiunto l’elevata percentuale di vaccinazione senza il Green Pass. Dalla sua introduzione al 1° ottobre non ha tratto alcun vantaggio, come si può vedere dall’andamento della curva perfettamente imperturbato prima e dopo tale data.
Percentuale della popolazione pienamente vaccinata contro il Covid-19 in Spagna e in Belgio a confronto. Due Paesi che mostrano il grande successo della vaccinazione senza Green Pass. (fonte: Our World in Data)
Dunque, forse starà iniziando a insinuarsi, in qualcuno di voi, il dubbio sull’utilità del Green Pass nello spingere la gente a vaccinarsi. Vi starete forse chiedendo: come può una strategia “spontanea” (e diciamo pure coercitiva) come il Green Pass funzionare peggio di una strategia “spontanea” in cui si dà fiducia alle persone? Penserete forse che noi siamo il Paese più vaccinato d’Europa o quasi, come vi raccontano con disinvoltura i “racconta-frottole” televisivi (gli stessi che da mesi vagheggiano un’immunità di gregge che qualsiasi scienziato serio sa non essere possibile con i vaccini anti-Covid attuali).
Sono più vaccinati i grandi paesi d’Europa con il Green Pass?
Dispiace dovervi dare una cocente delusione e riportarvi bruscamente con i piedi per terra, ma le cose non stanno esattamente così, come potete vedere dalla figura che segue. Essa mostra, oltre all’andamento delle vaccinazioni nei Paesi fin qui considerati, anche quello in Grecia, altro paese con il Green Pass [3]. Infatti, dal 13 settembre il Green pass in Grecia è obbligatorio per attività e locali come bar e ristoranti; non basta il tampone negativo. L’obbligo vale anche sui treni a lunga percorrenza e nei teatri. In ambito lavorativo, che si tratti di pubblico o privato, chi non è vaccinato è obbligato a un doppio tampone settimanale, da fare a proprie spese.
Percentuale della popolazione pienamente vaccinata contro il Covid-19 a confronto nei vari paesi considerati finora, con l’aggiunta della Grecia, altro paese con il Green Pass. (fonte: Our World in Data)
Il grafico mostra che l’Italia ha fatto sì meglio di Francia, Germania e Grecia come percentuale di vaccinati, ma tutti e quattro questi paesi con il Green Pass sono riusciti a fare peggio dei due paesi senza Green Pass.
La dipendenza della percentuale di vaccinati da un parametro trascurato
Interessante vedere un’ultima figura, relativa a Spagna, Belgio, Regno Unito e Israele. Il Regno Unito è un altro paese che ha accantonato, per il momento, l’idea di un passaporto vaccinale obbligatorio [3]. Infatti, nel Paese che dieci anni fa ha abolito la carta d’identità per ridurre il controllo dello Stato sui cittadini, la soluzione non piace né a destra né a sinistra. L’uso vincolante del “Covid pass” è stato sperimentato in estate solo per locali notturni, concerti ed eventi sportivi.
Israele, invece, è stato il primo paese a introdurre l’iniziativa del Green Pass già nel febbraio 2021 [11]. A giugno, però, le autorità hanno deciso di eliminarlo. In seguito, tuttavia, il gabinetto anti-coronavirus israeliano ha deciso di reintrodurre, a partire dal 29 luglio, l’obbligo del Green Pass per eventi sportivi e culturali con oltre 100 partecipanti, sia al chiuso che all’aperto [12]. La misura riguarda non solo conferenze e attrazioni turistiche ma anche ristoranti, palestre e sinagoghe.
Tuttavia, ad agosto Israele ha preso provvedimenti per estendere le sue restrizioni contro il Covid-19 a seguito di un picco che si ritiene sia il risultato della variante Delta: dal 18 agosto, il Green Pass è applicato dai 3 anni di età in su. Ciò comporta la necessità del Green Pass, che si applica alla maggior parte degli eventi e delle attività ricreative. Le persone devono dimostrare di essere vaccinate, guarite dalla malattia, o risultate negative al virus nelle ultime 72 ore, per poter entrare nella maggior parte degli spazi pubblici.
Percentuale della popolazione pienamente vaccinata contro il Covid-19 in vari paesi per notare la dipendenza di tale percentuale da un secondo parametro che ora vedremo. (fonte: Our World in Data)
Come potete vedere, i tre Paesi senza il Green Pass si collocano, come percentuale di popolazione completamente vaccinata, sopra Israele, che ha il Green Pass. Ma volevamo attirare la vostra attenzione su un altro aspetto: i due paesi che si sono vaccinati per primi – Israele e Regno Unito – sono quelli con la percentuale di vaccinati più bassi. Secondo voi perché?
Beh, non è difficile capirlo. Israele è stato il paese che ha fatto da apripista (qualcuno direbbe da “cavia”, da laboratorio per Pfizer, ma questo non è vero perché anche gli altri paesi sono stati di fatto cavie e laboratori naturali per questi vaccini sperimentali). Dunque, è comprensibile che i suoi cittadini abbiano avuto una qualche remora relativamente alla sicurezza.
Nel caso del Regno Unito, dove la campagna vaccinale è decollata alcuni mesi dopo, la gente era già più rassicurata dall’esperienza israeliana, per cui non è stato difficile raggiungere un risultato migliore. E non è quindi difficile capire perché molti paesi europei in cui la campagna vaccinale è partita dopo abbiano raggiunto una percentuale di vaccinati superiore a quella del Regno Unito. Allo stesso modo, ciò spiega perché il Regno Unito sia meno vaccinato degli altri due paesi senza Green Pass, Belgio e Spagna.
Conclusioni
A meno che non crediate agli asini che volano, vi sono forti indizi sul fatto che: 1. le persone si vaccinano in percentuale sensibilmente maggiore se sono rassicurate dagli eventi o dalle autorità sanitarie (ricorderete il “pasticciaccio” su Astrazeneca fatto dall’AIFA); 2. le persone soffrono parecchio la restrizione della libertà, e sembrano avere in tal caso come reazione quella di non vaccinarsi. Usare il Green Pass per ottenere una maggiore percentuale di vaccinazione delle persone è dunque solo una pia illusione, né più né meno dell’altrettanto sbandierata immunità di gregge. Verosimilmente, il Green Pass funziona nell’indurre a vaccinare, solo nei confronti di quella parte delle persone che devono per forza averlo per questioni di lavoro, ma sulle altre ha l’effetto esattamente opposto. Basta guardare i grafici presentati.
Riferimenti bibliografici
[1] Redazione, “Green Pass Covid-19: cos’è e come funziona la nuova certificazione per viaggiare in Italia e Europa”, ipsos.com, 3 giugno 2021.
[2] Gagliardi A., “Green pass, ecco cosa cambia e dove è obbligatorio in 10 domande e risposte”, Il Sole 24 Ore, 6 settembre 2021.
[3] Redazione, “Covid-19. Green pass sul lavoro (e non solo), dall’Europa agli Usa funziona così”, avvenire.it, 15 ottobre 2021.
[4] Betti I., “Green pass attivo dal 15 giugno. Per ora “basta un bel pezzo di carta”, huffingtonpost.it, 31 maggio 2021.
[5] “France: green pass for access to shops, restaurants and gyms”, jacobacci-law.com, giugno 2021.
[6] York J., “French health pass can be used for EU travel from June 17”, connexionfrance.com, 13 maggio 2021.
[7] “Germany introduces digital COVID-19 pass”, dw.com, 10 giugno 2021.
[8] “Germany’s take on the vaccine passport”, covidpasscertificate.com, 18 ottobre 2021.
[9] Fiore D., “Germania, la Baviera introduce il semaforo per fermare la quarta ondata: con il “rosso” arriva l’obbligo di green pass nei luoghi di lavoro”, Il Fatto Quotidiano, 3 novembre 2021.
[10] Mennitti P., “Come funziona il green pass in Germania”, 25 agosto 2021.
[11] McDonagh S., “Green pass: Which countries in Europe require a COVID vaccine pass to get around?”, 17 novembre 2021.
[12] “Covid, in Israele torna il Green Pass per gli eventi con oltre 100 ospiti”, La Stampa, 22 luglio 2021.