Il green pass resta solo per gli italiani

La Francia taglia il lasciapassare e toglie le mascherine al chiuso. Da noi regole ancora ferree

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La guerra in Ucraina sta giustamente spostando l’attenzione altrove. Eppure il mondo “Covid“, qui in Italia, non è cambiato poi di molto. Accogliamo i profughi, facciamo protocolli sanitari per vaccinarli, i virologi lanciano allarmi sulle possibili varianti, ma intanto il green pass è ancora qui con noi. Anzi: sarebbe meglio dire che praticamente è rimasto solo da noi, visto che il resto del mondo va verso una “normalità” che il sistema Italia ancora si sogna.

Ieri il sottosegretario Pierpaolo Sileri ha fatto sapere che a chi arriva dall’Ucraina in guerra non verrà richiesto alcun green pass. “Lo status di rifugiato consente l’accesso alla nostra sanità, oggi o domani uscirà la circolare del nostro ministero, verranno fatte tutte le procedure, compreso il tampone per chi arriva e verrà offerta loro la possibilità di vaccinazione”, ha spiegato. Lo status di rifugiato “non prevede l’obbligo del super Green Pass“, quindi chi non vorrà vaccinarsi – anche se proposto dall’Italia – potrà non farlo. Tutto giusto, per carità: ci mancherebbe solo che a chi scappa dalla guerra chiedessimo pure un lasciapassare. Ma qui la domanda è: scaduto lo Stato di emergenza, ridotti i casi al lumicino, cambiato l’ordine mondiale, come mai agli italiani è ancora richiesto il passaporto vaccinale?

Anche perché dal primo marzo sono state introdotte anche regole più morbide per i turisti. L’Italia s’è finalmente allineata alle regole Ue, eliminando l’odioso tampone anche per vaccinati a chiunque varcasse i confini del Belpaese. Basta essersi vaccinati, guariti o tamponati per poter venire in vacanza da noi. Misura attesa, anche se tardiva: per le vacanze di Pasqua le prenotazioni sono partite da tempo e molti turisti hanno scelto altri lidi (Spagna, Grecia) perché più chiari già da un mese sulle regole di viaggio e di soggiorno. Comunque il fatto che finalmente Speranza si sia deciso a non prorogare ulteriormente le restrizioni “made in Italy” è una notizia positiva.

Certo non al livello di quella francese. Emmanuel Macron ha deciso infatti di sospendere il super green pass dal 14 marzo, data da cui non sarà nemmeno più obbligatorio indossare mascherine al chiuso. Jean Castex, che di lavoro fa il primo ministro, ha spiegato che a fronte della migliorata condizione sanitaria tra 10 giorni non ci sarà più bisogno di considerare i non vaccinati come dei paria. Una mossa che, con ogni probabilità, permetterà anche a Novak Djokovic, principe dei no vax, di partecipare al Roland Garros. Bene.

Piccolo appunto: i francesi tolgono la mascherina al chiuso il 14 marzo. E noi? A sentire Sileri, aspetta e spera. Si parla di una data “intorno a metà aprile”. Tipo regalo di Pasqua da trovare nell’uovo. “Sono favorevole – ha detto – a rimodulare fino all’abolizione del super Green pass in maniera graduale, non dal primo aprile ma entro la fine del mese, con una progressività soprattutto sul lavoro, dove valuterei attentamente un’abolizione prima rispetto al resto. La prima cosa da fare è togliere la distanza tra le persone, riportare la capienza normale allo stadio e tutti in ufficio, lasciando però ancora un po’ la mascherina al chiuso”. Tradotto: mascherine un altro mese e super green pass fino a giugno. Solo da noi.

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