Ultimamente si sente parlare tanto della famosa intelligenza artificiale come nuovo traguardo del progresso tecnologico. L’IA è una realtà virtuale ed anche una disciplina appartenente all’informatica che studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono la progettazione di sistemi hardware e software capaci di fornire all’elaboratore elettronico prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana.
Ma possiamo considerare questa nuova conquista priva di rischi? In effetti, l’intelligenza artificiale insieme alle sue numerose potenzialità, potrebbe essere accompagnata da lati oscuri inquietanti che portarono il famoso Stephen Hawking nel 2014 a lanciare un grido d’allarme riguardo i pericoli dell’intelligenza artificiale, considerandola addirittura una minaccia per la sopravvivenza dell’umanità. A distanza di anni da questo avvertimento, di recente è stato scoperto che l’IA grazie ai deepfake potrebbe creare nella coscienza di massa una “falsa memoria”.
I deepfake sono video manipolati creati utilizzando tecnologie di intelligenza artificiale, in cui un volto artificiale è stato sovrapposto al viso di un’altra persona, ottenendo una registrazione altamente convincente di qualcuno che fa o dice qualcosa che non ha mai fatto. Una ricerca dell’università irlandese di Cork ha scoperto che quasi la metà dei partecipanti a un nuovo studio sui deepfake credeva che i remake di film con attori diversi fossero reali, evidenziando il rischio di falsa memoria dovuto alla tecnologia online. Secondo lo studio, c’era un tasso medio di falsi ricordi del 49%, con molti partecipanti che ricordavano il falso remake addirittura come migliore del film originale. L’autrice della ricerca Gillian Murphy ha evidenziato il potere dei deepfake, non solo per creare falsi ricordi, ma anche per minare eventi reali quando altri affermano – in cattiva fede – che sono falsi. Foto e clip ritoccate artificialmente possono cambiare il modo in cui ricordiamo un avvenimento, anche se lo abbiamo visto con i nostri occhi.
I pericoli dell’IA sono così grandi che nel 2019 l’Unione Europea elaborò le linee guida su utilizzo e sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale. Il documento, che è stato predisposto da un gruppo di 52 esperti, rappresentati da informatici, ingegneri ma anche giuristi, filosofi, industriali, matematici, ha avuto un iter lungo e vari fasi di approfondimento. Il punto di partenza dell’intero documento, e di tutti i principi giuridici che ne sono scaturiti, è che l’intelligenza artificiale deve avere l’uomo al centro e deve essere al servizio del bene comune per migliorare il benessere e garantire la libertà.
Per prima cosa il gruppo di esperti ha identificato le fondamenta giuridiche sulle quali il codice dovesse poggiare ricercandole nei Trattati Ue, nella Carta dei Diritti e nella legge internazionale dei diritti umani. Da questa analisi sono stati individuati quei diritti inderogabili che, nell’Unione europea, devono essere rispettati per l’intelligenza artificiale, vale a dire: rispetto per la dignità dell’uomo, libertà dell’individuo, rispetto per la democrazia e per la giustizia, eguaglianza e non discriminazione e diritti dei cittadini.
L’intelligenza artificiale è una realtà fatta di luci ed ombre che ormai è alle porte e con cui ci si dovrà confrontare e rapportare. Come in tutte le cose sarà importante vivere questa nuova esperienza con serenità, curiosità ed attenzione.
Carlo Toto, 18 gennaio 2023