Liberilibri

Il libero pensiero è (di nuovo) in terapia intensiva - Seconda parte

Il saggio di Collins è una trattazione dal ritmo serrato; un’esposizione sistematica di un dibattito che non si dilunga in divagazioni teoriche ma, sorretta da un’ampia casistica e da un’opportuna documentazione, smonta una ad una le obiezioni. In questo, Discorso sul libero pensiero è senz’altro forte del legame col suo tempo. Ma lascia anche in eredità un memento sempreverde: l’osservanza coattiva di norme e regole, quand’anche considerata giusto mezzo per il raggiungimento di un nobile fine, o presunto tale, come il bene pubblico, ha in realtà sempre effetti collaterali significativi, quali una moralità cieca alle proprie ipocrisie, assieme a una certa sonnolenza intellettuale, per cui il libero pensiero è sacrificato a favore della viziosa e oziosa obbedienza.

Le considerazioni di Collins, più che mai aderenti al presente, suggeriscono che, mutatis mutandis e citando l’Introduzione di Carlo Nordio, «il libero pensiero non si è ancora definitivamente affrancato dai condizionamenti del fanatismo» ed «è oggi sottoposto alle aggressioni di una nuova intolleranza, resa più pericolosa, e più incontrollabile, dall’imprevedibilità di strategie suicide […] unite dall’odio e dal disprezzo verso la nostra democrazia».

Liberilibri, 14 febbraio 2022

PaginaPrecedente
PaginaSuccessiva