Mariopaolo Fadda, che ha vissuto due decenni in California dove ha lavorato come architetto, è autore di vari saggi che spaziano dall’architettura alla fede religiosa, dall’ambientalismo alla storia degli insediamenti umani. La sua ultima fatica è L’Armageddon ambientalista un libro insolito – è autopubblicato – nel panorama dei saggi su temi di scottante attualità come i cambiamenti climatici, la gestione delle risorse energetiche, la sostenibilità. L’autore, poco incline a farsi condizionare dall’incessante tambureggiare della propaganda in materia, prende di petto gli aspetti più controversi e, dati alla mano, ne ribalta le conclusioni mettendo a nudo distorsioni e pregiudizi.
Il prologo è incentrato sul mea culpa di un ambientalista doc che chiede pubblicamente scusa per l’allarmismo creato e per aver alimentato paure a danno del buon senso. Pregevole l’excursus storico che, benché stringato, va al cuore del problema: come è nato e chi ha generato un movimento che sembra, a prima vista, l’erede dell’ondata giovanilista innescata dalla contestazione globale degli anni ’60. L’autore mette in rilievo la natura anomala di questo movimento che raggruppa, in una ristretta élite di tecnocrati riuniti sotto l’egida del Club di Roma, politici e militanti delle più disparate organizzazioni ambientaliste. Illuminanti le considerazioni sul ruolo svolto proprio dal Club di Roma – con David Rockefeller in posizione dominante – nel promuovere quelle politiche ambientaliste che avevano, e hanno oggi, l’obiettivo di ridurre forzatamente la popolazione mondiale.
Senza peli sulla lingua è il ridimensionamento dell’eroina dell’ambientalismo disinformato, Rachel Carson, che, con il suo libro Primavera silenziosa (silenziosa a causa della morte di tutti gli insetti) dette avvio all’allarmismo. Un ridimensionamento affidato alle parole di un famosissimo entomologo che ebbe l’opportunità di esaminare le «prove scientifiche» delle affermazioni della Carson… Un capitolo è dedicato a Greenpeace. Il profilo di questa organizzazione-corporazione è tracciato con l’ausilio delle dichiarazioni e degli scritti di membri che l’hanno abbandonata per le sue posizioni estreme sull’esaurimento delle risorse, i veleni invisibili, il diradamento della fascia d’ozono e il golden rice: il testo di una lettera sottoscritta da 158 premi Nobel contro l’ostruzionismo verso questo dorato riso Ogm è un colpo mortale alla credibilità di Greenpeace.
Un altro aspetto messo in evidenza è l’orchestrazione della grancassa catastrofista sotto l’ala protettrice dei burocrati dell’Onu, un organismo oramai alla mercé della Santa Alleanza ambientalista. Il libro si chiude con un’analisi, non senza una punta d’ironia, delle presunte alternative suggerite dagli ambientalisti: dalla sostenibilità alle energie rinnovabili, dal biologico al riciclaggio e alla raccolta differenziata. Insomma, un viaggio nel paese di Bengodi.
Nicola Porro, Il Giornale 19 giugno 2022