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Il lockdown esiste ormai solo in Europa

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di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi

Ieri c’è stata la Convenzione del partito Repubblicano e il governatore della Florida, di nome De Santis, senza mascherina come quasi tutti gli altri partecipanti ha dichiarato: “Noi in Florida abbiano tenuto aperto e gli Stati che hanno fatto lockdown hanno avuto torto” e ha snocciolato le statistiche dei decessi e degli ospedalizzati confrontando il suo Stato con altri come New Jersey, Massachusetts, New York o anche California dove i democratici hanno fatto lockdown “all’italiana”.

Il partito unico del lockdown

De Santis e parecchi altri politici repubblicani non parlano quindi come Zaia in Veneto, Fontana in Lombardia e senza fare altri nomi i politici italiani “affini” ai repubblicani, cioè populisti o di centrodestra che dir si voglia. In Italia finora c’è stato in pratica un unico partito del lockdown, con diverse sfumature, e questa prassi “maoista” importata da Wuhan per la prima volta nella storia dell’Occidente moderno è accettata da quasi tutte le figure pubbliche in politica e anche nei media.

Usa, Stati “chiusi” e “aperti” con stessa mortalità

In America esistono invece due partiti anche sulla questione del lockdown, chi lo impone e lo giustifica sempre e chi lo adotta il meno possibile e lo critica. Del secondo partito faceva parte anche il Presidente Trump e tante personalità note, ultimo il più famoso giocatore di football americano Tom Brady che al SuperBowl è arrivato e uscito sempre senza mascherina infischiandosene del fatto che le autorità sportive la raccomandano (ma non si viene multati se non la si porta).

Dato che l’America ha tanti Stati, alcuni a clima freddo e altri caldo, alcuni molto popolati e altri poco e quelli senza lockdown sono in entrambe le tipologie, se il lockdown fosse utile si vedrebbero più decessi e ospedalizzati negli Stati repubblicani dove la gente gira senza mascherina.

Ma come ha rivendicato ieri De Santis non è così, quando si provano a fare confronti tra gli Stati americani “chiusi” e “aperti” in termini di mortalità non si trovano differenze o addirittura in diversi casi ne escono meglio quelli aperti come la Florida. Anzi, dagli studi comparativi sui paesi che hanno adottato le misure “non sanitarie” (cioè non terapie, ma distanziamento) come quello di John Ioannidis, che abbiamo citato nel nostro precedente articolo, risulta che il lockdown non riduce la mortalità.

Molti hanno l’impressione vedendo le notizie che arrivano da New York che siano come noi ma non è così. In Italia non si cita mai e poi mai il fatto che un terzo circa degli Stati americani siano senza restrizioni e senza anche mascherine da mesi. Perché se lo si facesse bisognerebbe ammettere che non c’è nessuna differenza dal punto di vista della mortalità tra Stati che hanno posto restrizioni e Stati che non ne hanno poste.

Svezia e Bielorussia: casi emblematici

Ogni tanto si parla del caso della Svezia dove tutto è aperto e non hanno dovuto comprare mascherine perché nessuno le mette, ma subito si aggiunge che la Finlandia ha meno morti Covid. A fianco della Finlandia c’è la Bielorussia che è il paese dove si è ignorato completamente la Covid-19 trattandola come una polmonite e hanno avuto persino meno morti della Svezia, circa 2 mila su 10 milioni di abitanti. Si può discutere ovviamente se Bielorussia e Finlandia siano paesi più isolati, senza cinesi e in cui il virus è arrivato meno. Ma poi c’è l’intera Asia, con 4 miliardi di abitanti India, Cina, Pakistan, Giappone, Vietnam, Thailandia, Malesia ecc ecc. centinaia di milioni di persone che vanno fuori dalla sera, in palestra e in vacanza o in discoteca e si “assembrano” senza mascherina dall’estate scorsa. Come forse però si è letto, ora anche in India, 1,3 miliardi di abitanti, la malattia è sparita, i morti ufficiali Covid sono meno di cento, un terzo dell’Italia con venti volte più abitanti.

Uso politico del virus

Insomma, che sia la Florida del governatore De Santis o gli Stati repubblicani come Texas, Wyoming e così via, la Svezia o la Bielorussia o anche l’intera Asia con 4 miliardi di persone, il mondo vive oggi in gran parte normalmente. È vero che i voli dall’estero sono limitati e soggetti a screening ovunque, ma a parte quello in gran parte del mondo nessuno si preoccupa se le persone si incontrano per lavoro o per diletto, di giorno o di sera, in città o a sciare o in piscina o in palestra. E non hanno le terapie intensive intasate

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