Il lockdown fa male: ecco la prova definitiva

Gli adolescenti hanno risentito del periodo Covid: invecchiamento di 4,2 anni nelle femmine e di 1,4 anni nei maschi

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Covid giovani 02

Come riporta un lungo articolo pubblicato da Adnkronos, secondo uno studio effettuato negli Stati Unito, i lockdown imposti durante la pandemia di Covid avrebbero sensibilmente invecchiato il cervello degli adolescenti. Il lavoro è stato realizzato dall’università di Washington (UW) ed è stato pubblicato sulla rivista “Pnas” (Proceedings of the National Academy of Sciences) e finanziato dalla Bezos Family Foundation istituita dai genitori dell’ex presidente e amministratore delegato di Amazon.

“Pensiamo alla pandemia di Covid-19 come a una crisi sanitaria, ma sappiamo che ha causato altri profondi cambiamenti nelle nostre vite, soprattutto per gli adolescenti”, spiega Patricia Kuhl, autrice senior dello studio. In estrema sintesi, per valutare il grado di invecchiamento del nostro “computer” biologico è stato preso in considerazione lo spessore della corteccia cerebrale. In tal senso, più quest’ultima è sottile e più maturo è il cervello. Secondo gli autori della ricerca il prolungato isolamento avrebbe penalizzato decisamente le femmine, con una accelerazione media della maturazione di circa 4,2 anni, contro 1,4 anni dei maschi. Ciò si spiegherebbe, sempre secondo gli autori, con le differenze nelle interazioni sociali che caratterizzano i due sessi tradizionali.

Ora, a prescindere dall’interessante lavoro, occorre sottolineare che negli Usa le restrizioni sanitarie imposte in quel surreale periodo di paura non sono assolutamente paragonabili, tanto per qualità che per durata, a quelle imposte manu militari nell’Italia di Conte, Speranza e Draghi. Se negli States i ragazzi di 16 anni si sono ritrovati un cervello invecchiato di un ventenne, da noi, nella patria della didattica a distanza, della ginnastica da casa e dal divieto assoluto degli assembramenti giovanili, i ragazzi si sono ritrovati con una materia grigia di un quarantenne.

D’altro canto, dal momento che buona parte della nostra cosiddetta classe dirigente, scienziati compresi, il loro (cervello) lo ha portato all’ammasso sin dai primi momenti della pandemia, questo è solo uno dei tanti effetti di una devastazione del tutto autoprodotta.

Claudio Romiti, 14 settembre 2024

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