Il manifesto di un eretico contro le donne col pene e l’islamocensura

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il manifesto di un eretico

Di libri che descrivono le follie del nostro Occidente ce ne sono molti e si occupano di argomenti specifici che vanno dalle teorie del gender alle ossessioni per le catastrofi climatiche generate dall’uomo passando per la colpevolizzazione del bianco maschio etero per qualsiasi cosa negativa succeda nel mondo. C’è un libro, però, che riesce a trattare di tutti questi argomenti, e di molti altri, indicando la questione comune che li tiene insieme e che mina alla base la struttura del nostro sistema di vita: la libertà di parola e quindi di pensiero.

Il libro, appena uscito, è Il manifesto di un eretico. Saggi sull’indicibile di Brendan O’Neill. L’eresia è volontà di affermazione della propria libertà e individualità di fronte a un’epoca che rifiuta di vedere ciò che la ragione pone davanti agli occhi. L’eresia è tentativo di testimoniare l’evidenza di ciò che abbiamo intorno per poter vivere la realtà del mondo senza paraocchi e senza infingimenti, potendo parlare francamente di ciò che vediamo.

Al centro del libro, a legare tra loro le tematiche trattate da O’Neill, vi è l’evidente cortocircuito che, in Occidente, si è creato tra linguaggio, pensiero e libertà. Il controllo del linguaggio implica, necessariamente, il controllo del pensiero, e il controllo del pensiero è ciò che stabilisce se e quanto si è effettivamente liberi. L’Occidente, che costituisce l’apice della libertà nella storia dell’umanità, si avvita su se stesso rimanendo vittima della sua volontà di tutelare tutti e di non offendere nessuno.

In nove capitoli – i “saggi sull’indicibile” del sottotitolo – (Il pene di lei; La caccia alle streghe; Il Covid come metafora; Islamocensura; La vergogna bianca; L’amore che non osa dire il suo nome; Viva l’odio; Gli impostori; Le parole feriscono), O’Neill passa in rassegna quelli che ritiene i temi centrali del nostro tempo, fornendo un’immagine drammatica dello spazio culturale e mentale della contemporaneità e ponendoci molte cruciali domande.

Una donna può avere un pene? L’ideologia gender sta stravolgendo la relazione tra linguaggio e realtà biologica, cercando di rimodulare la realtà attraverso una neolingua. L’Occidente sarà per sempre macchiato dal razzismo? È in corso una spaventosa riattualizzazione del concetto di razza in chiave di politiche identitarie anti-maschio-bianco, e per timore dell’accusa di “razzismo” non siamo più capaci di difendere i valori della ragione occidentale, soprattutto la libertà della donna, di fronte alle ideologie islamiste. Moriremo presto tutti a causa del cambiamento climatico? L’esistenza umana dovrebbe essere sottoposta a una Nuova Inquisizione per questa forma di peccato originale del XXI secolo; persino il Covid diventa la metafora della nostra colpevolezza nei confronti di una Natura che si ribella e ci punisce, e per la cui salvaguardia dovremmo essere pronti a rinunciare alla nostra libertà.

Ma per l’establishment liberal europeo e anglosassone, la risposta a tutte queste domande è “sì”, e chiunque non sia d’accordo viene bollato come transfobo, razzista, negazionista. Le nuove élites governative e tecnocratiche stanno imponendo idee bizzarre, irragionevoli ed estreme, mentre nelle accademie, in teoria i luoghi per eccellenza del pensiero libero, trionfa un’ideologia repressiva che bandisce ogni forma di pensiero difforme.

Liberilibri, 26 maggio 2024

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