Cronaca

Politicamente corretto

Il maschio in ritirata: è nato il gulag del linguaggio

© Drazen Zigic e pixelshot tramite Canva.com

Da sempre fonte inesauribile di varietà e ricchezza ed elemento essenziale per custodire la libertà di espressione dell’individuo, il linguaggio pare ora essere divenuto sempre meno spontaneo e sempre più assoggettato all’ossessivo controllo del Pensiero unico e dei demenziali criteri di revisione rispettosi dei generi, dei sessi, delle razze, delle fedi.

Nulla può essere detto, scritto o finanche pensato prescindendo dalle ferree logiche e dagli stringenti canoni ideologici imposti dalla sfrenata necessità di correttezza politica a tutti i costi. Non è ammesso proferir parola alcuna che non sia perfettamente uniformata all’opprimente paradigma del gender, improntato alla fluidità, all’adorazione della molteplicità dei sessi, alla castrazione ideale degli appartenenti al genere maschile.

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Persino l’evidenza smette di essere tale dinanzi all’iperconformismo linguistico e alla forza dirompente della neolingua occidentale ossequiosa delle identità non binarie e degli orientamenti minoritari. Si innesca così una vera e propria guerra linguistica tra sessi, con neofemministe e militanti di genere sempre in prima linea, pronti a innalzare il livello dello scontro fino all’estremo, e a costringere alla mesta ritirata un maschio sempre più timido e impaurito dal massimalismo e dall’acida ostilità dei rappresentanti degli altri sessi e dalle rigide norme linguistiche fondate sull’inclusività e sull’ipertutela delle diversità.

Il risultato finale che ne consegue è un autentico gulag del linguaggio in perfetto stile orwelliano, con il lessico costantemente sottoposto alla maniacale censura del Pensiero unico, oppresso dagli intransigenti postulati del conformismo e dell’omologazione, stracarico di asterischi e simboli vari, atti a sostituire le ormai obsolete e poco inclusive lettere dell’alfabeto, e a violentare quel che resta della lingua italiana, sacrificandola idealmente sull’altare del politicamente corretto.

Salvatore Di Bartolo, 29 ottobre 2023

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