Non sono un critico televisivo ma non ci vuole molto per comprendere come la televisione sia il nuovo manganello fascista e come la tv italiana sia sempre comunque comandata dalla sinistra. Anche perché a destra c’è poco. Avremmo bisogno di un Ennio Flaiano e ci ritroviamo un Giuseppe Cruciani, fuori dagli schemi ma giusto quel tanto per non uscire dalle linee del campo del political correct. Ci vorrebbe un Magnozzi – protagonista dell’indimenticabile “una vita difficile” con Alberto Sordi e ci troviamo con un Daniele Capezzone: ha talmente ragione nella sua educata pacatezza che passa dalla parte del torto. A proposito ma quelli di sinistra non erano “vent’anni dalla parte del torto”?
L’ho scritto più volte: sono anarchico situazionista non credo nel potere dello Stato (participio passato del verbo essere) ma la sinistra ha con evidenza egemonia. Più che altro perché direttori, giornalisti, opinionisti, professori sono sempre in tivù a qualsiasi ora. Ma i giornali quando li fanno? Ah già su Twitter specificano: qui solo opinioni personali. Ma allora quando scrivono sui giornali chi scrive per loro? Paolo Mieli e Aldo Cazzullo li vedo più dei miei parenti, qualsiasi ora: colti, moderati, difendono sempre il 7 ottobre, giustamente, ma fanno confusione tra antisemitismo e antisionismo. Non entro nel merito: c’è Sanremo, i film, i documentari e come a tutti noi, tutti, della guerra non frega un cazzo. Se no non cambieremmo canale.
Comunque ho visto di tutto: da Storie italiane al mattino – condotta da Eleonora Daniele, che mirava ad essere il volto pippobaudesco della Rai ed invece dietro gli osanna dei suoi ospiti sembra la Dea Anubi della tv: non vede l’ora che qualche suo inviato scopra più morti per dare la notizia. Si vede che freme. Su Rai3 Agorà ha titoli geniali ma troppo pesante al mattino alle 8, dopo i postumi dei talk show seriali. E poi Rai3 – che già la sera ci manda in Un Posto al sole con la trasmissione di Marco Damilano che svela misteri tranne il suo: come fa a trovare sempre un posto?
Meglio Lilli Gruber che almeno ci divertiamo tra stacchi di gamba in pelle bondage e ospiti fissi che aspettano il cachet per arrivare al “Punto” di Paolo Pagliaro che da solo potrebbe fare tutta la tv italiana: un genio. Come lo è Camera con Vista condotta da Alexander Jakhnagiev, più che soltanto un genio un artista che alle inquadrature sostituisce un neon-realismo classicamente pop. Il nuovo Enrico Ghezzi ma con quella libertà e spavalderia e autoironia che lo rende davvero la vera unica voce autentica della tivù.
Mentre nei vari talk show inizia il dibattito sulle primarie americane su Discovery Channel un docufilm vede protagonisti alcuni uomini che vivono sui Monti Appalachi e si guadagnano da vivere producendo whisky (“moonshine”) illegalmente. Siamo nel Midwest e basta guardare 3 secondi per capire perché vincerà Trump. Su Rai3 orfana con polemiche di Maurizio Mannoni, Monica Giandotti è una autentica sorpresa: eccezionale nel dare i tempi del dialogo e rara autorevolezza non imposta che non necessita di “spegniamo i microfoni agli ospiti”. Peccato che sul sito Rai, come da foto conduttore sia ancora Mannoni (lo amo, ma un upgrade ci vuole) lo stesso su Sky: esce la sua foto mentre conduce la Giandotti.
In barba a tutti di Luca Barbereschi potrebbe essere un ottimo programma se solo Barbareschi non invitasse gli ospiti per parlare di se stesso. Un uomo benemerito – ha creato la Fondazione Luca Barbareschi, che ha come scopo la tutela dei bambini vittime di pedofilia. Non è da tutti, anzi. Certo che se raccontasse senza le “maschere” che usava o se evitasse di attovagliarsi a Gstaad con Roman Polanski sarebbe più coerente.
Continuo nel mio dormiveglia tele-visivo: peccato per Veronica Gentili che attratta da Le Iene non è ancora riuscita a imporsi sui siparietti di comici in studio che rendono la trasmissione un tedio. Su Rai 2 BellaMa’ riduce Pierluigi Diaco a un democristiano con ironia alla Costanzo: cerca di imporre la musica a chiunque perché si sente che la ama (notevole il suo libro con Franco Califano) e con un briciolo di coraggio in più sarebbe direttore artistico di Sanremo.
Le 24 tv sono lunghe, lunghissime: faccio zapping e noto che ormai ogni conduttore fa il contrario di quello per cui dovrebbe essere pagato: lancia le pubblicità come una punizione… “State con noi, un attimo”, “59, 58, 57” si ritorna in studio e nuova pubblicità. Alfonso Signorini sa il fatto suo, ma dovrebbe osare sulla cultura più che sui balletti. Metti una donna al vento a caso con un rocker della penna ed il colpo è fatto.
Corrado Augias è l’eleganza pura, Francesca Fialdini è imparagonabile: veramente si è a casa quando la si ascolta perché con generosità ci fa capire che non siamo tutti a Ruota libera, Edoardo Camurri con Alla Scoperta del Ramo d’Oro su Rai5 è un maestro da seguire perché pur trattando argomenti alti riporta la tv, unico in Italia, a quella che dovrebbe essere: senza tempo, un dialogo che invita alla riflessione anche se abbiamo la quinta elementare.
Da applausi Roberta Floris che conduce il Tg5 del mattino: inglese perfetto e un futuro da anchorwoman. Sanremo? La sintesi è nel gruppo Il Volo giovanissimi che cantano canzoni per vecchi.
Gian Paolo Serino, 14 febbraio 2024