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Il meglio e il peggio di Sanremo 2020

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Perché Sanremo è Sanremo. Di questo LXX festival della canzone italiana rimarranno poche cose, queste:

Ha vinto Diodato con “Fai rumore” alle due e rotti di mattina. Complimenti. Ma interessa davvero a qualcuno?

Le maschie liti. Meno male che sono le donne a litigare sempre tra loro e a danneggiarsi a vicenda. Qui a tirarsi i capelli, metaforicamente, sono stati Fiorello e Tiziano Ferro. Il cantante, confinato alle ore piccole dopo una serie di stecche nella prima puntata, si è lamentato della sua posizione in scaletta, addossando le colpe allo showman, effettivamente un filo logorroico. Fiorello l’ha presa benissimo, parlando di affermazioni gratuite e incitamento all’odio. L’apice però è lo scontro a morsi e sputi tra Bugo e Morgan. Il secondo, convinto di essere al centro di un complotto internazionale ordito per non fargli eseguire un geniale (?) arrangiamento, avrebbe morsicato il compare Bugo (“come un ossobugo”, battuta di Morgan, la cosa migliore che ha fatto a Sanremo). Bugo avrebbe risposto con uno sputo in faccia. Poi i due sono saliti sul palco e si sono fatti eliminare per aver modificato il testo della canzone. Unico momento rock’n’roll del Festival.

Achille Lauro ed Elettra Lamborghini. Nettamente i migliori. Sono stati massacrati dalla critica con argomenti risibili: non sanno cantare, non capiscono niente di musica, puntano tutto sull’immagine. Con questo criterio non si salverebbe il 99 per cento della musica pop e rock. Sono tra i pochi a fare spettacolo. A loro non è richiesto saper cantare intonati. Devono sorprendere ed eccitare. Missione compiuta.

Reggiseno. Non se n’è visto uno. Nessuna lo indossava. Che vuol dire? Boh.

Le polemiche. Fino alla rissa tra Bugo e Morgan, questo Festival si è segnalato per le polemiche più insulse di tutti i tempi. Junior Cally (chi???) sarebbe un sessista. Amadeus sarebbe un sessista perché ha offeso le donne dicendo che sono belle. Il conduttore ha trovato opportuno chiedere scusa ogni due parole, si vede che è stato rieducato come nella Cina di Mao. Qualcuno polemizza per il compenso di Roberto Benigni. Ma i ventilati 300mila euro, non confermati dalla Rai, sono in linea con i cachet di un qualsiasi premio Oscar che reciti un pezzo inedito di 31 minuti.

Insonnia. Devastante lo share ottenuto da Amadeus. Devastante anche la durata delle singole puntate, allungate proprio per alzare lo share e fare contenti i pubblicitari. I nottambuli passavano direttamente da Sanremo al pane fumante dei forni appena aperti.

Cantanti. Ma chi erano? Chi si ricorda una sola canzone?

Regolamento. Il 33 per cento col televoto, il 33 per cento con la sala stampa, il 33 per cento con la orchestra, il 33 per cento con la giuria di qualità… No, aspetta. Il 33 per cento col televoto… Vabbè, fa niente.

Amadeus. Capisce di non poter essere protagonista, troppo ordinario, e si adatta a fare da spalla a tutti. Encomiabile umiltà. Molto ben consigliato.

Benigni. Oh, quelli che pendono a destra politicamente non possono proprio sopportarlo neppure quando esalta l’amore come dono disinteressato, anche del corpo. Che dire ai guardiani dell’esegesi biblica, poco convinti? È il Festival di Sanremo, cazzo.

Donne. Dududu. Rula Jebreal fa un pistolotto sulla violenza contro le donne. I numeri sono sbagliati ma non cambia niente, non è quello il punto. Il suo intervento non solo ci sta ma è anche bello. Diletta Leotta, povera stella, spiega che la bellezza non è tutto e comunque il tempo non risparmia nessuno. Detto da lei, che risveglierebbe i morti… Comunque, una ventata di allegria che ha spinto molti a progettare il suicidio, specie i brutti. Per fortuna nella serata finale si esibisce in un rap alla Eminem che fa sbellicare dalle risate (involontariamente). Sabrina Salerno: oltre le gambe c’è di più, basta guardare il seno. Scherzi a parte, adorabile, centimetro per centimetro. A proposito di seno, a Elettra Lamborghini salta fuori dal vestito. Nessun problema. Anzi. Oddio, si poteva dire o è un commento sessista da campo di rieducazione?

Reunion. Who Wants to Live Forever? Al Bano e Romina contro Ricchi e poveri. Ne rimarrà soltanto uno. Highlander.

Quelli che criticano il festival. Che palle: giocate a briscola, andate a fare due passi, portate fuori il cane.

Quelli che il festival è lo specchio dell’Italia. Ma dai, che idea nuova, facciamoci un libro o almeno un editoriale.

Quelli che non guardano il festival. Sai che dispiacere per il festival.

Quelli che non si perdono una edizione del festival. Contenti loro.

Alessandro Gnocchi, 9 febbraio 2020